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23 Maggio 2012 01:59

23 MAGGIO 1992 LORO NON CAMBIANO

1850 visualizzazioni - 1 commento

di Doriana Goracci

Era il  23 maggio del 1992 quando  avvenne la Strage di Capaci: una bomba fa saltare l’autostrada mentre transitavano le auto del giudice Giovanni Falcone e della scorta.

Imposimato choc: “Falcone e Borsellino uccisi per le inchieste sugli appalti pubblici e la Tav” Già…quei due di Palermo

“La mia inchiesta sulla Tav, commissionata dal presidente della Commissione antimafia , non è mai stata discussa dalla commissione stessa”. E’ quanto afferma ai microfoni di “Ho scelto Manà” il giudice Ferdinando Imposimato, autore di ‘Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile’ (ed. Koiné Nuove Edizioni; pp. 191; € 14,50), un libro inchiesta sulla grande opera dell’alta velocità. “Quando nel 1992 stava prendendo avvio la Tav, – dice – mi accorsi che quest’opera pubblica era accompagnata da bombe e attentati contro le imprese che si trovavano lungo la tratta. Essendo allora membro della Commissione antimafia, decisi di fare un’inchiesta perché mi resi conto che nell’opera confluiva anche la malavita organizzata al fine di lucrare somme ingenti attraverso la moltiplicazione dei costi. E’ venuto fuori che nella Tav partecipavano politici corrotti e imprese della mafia”. Il costo dell’opera, come venne fuori nei vari processi di tangentopoli, che partiva da 29mila miliardi di lire, avrebbe dovuto raggiungere la somma di 300mila miliardi. “La cifra – continua Imposimato – serviva per coprire le ‘mazzette’ alla mafia e ai politici. Inoltre, la linea Tav è strettamente connessa con la morte di Falcone e Borsellino, i quali, parallelamente a me, avevano riscontrato le stesse ‘anomalie’ nel progetto Tav”. Tornando indietro cronologicamente, gli omicidi dei due giudici siciliani avvennero nel 1992, circa un anno dopo l’avvio del progetto della Tav. “Nonostante vi siano documentazioni delle connessioni con le mafie e con la corruzione politica, – conclude – la mia relazione non è mai stata discussa nella Commissione antimafia perché dopo due anni venne sciolto il Parlamento, a mio avviso, proprio per la mia inchiesta. Non potendo votare a favore per un’alta velocità imperniata sulla corruzione, la mia relazione non è stata mai più discussa. Tutto questo è di una gravità inaudita in quanto un’inchiesta fatta da un relatore su incarico del presidente della Commissione antimafia, non è mai stata presa in considerazione dalla Commissione antimafia”.

Imposimato: “Ho visto cose inenarrabili, perché è una verità che va oltre ogni immaginazione”

Avevo scritto Corruzione ad Alta Velocità Parola di Ferdinando Imposimato e di certa Geografia Umana

Il 22 maggio le commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera hanno approvato il ddl anticorruzione, conosciuto ormai come ‘testo Severino’. Hanno votato a favore Pd, Udc, Fli e Lega. Il Pdl si è astenuto e l’Idv ha votato contro.

Scriveva Vittorio Arrigoni sul suo blog Guerrilla Radio il 23 maggio 2007: “Rosaria, se leggi queste pagine, ti trasmettiamo tutto il nostro affetto”  e  un video, Rosaria Schifani al funerale per strage di Capaci

Il 23 maggio del 1498 ,  Savonarola  muore. Fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove». Ora è servo di Dio.

Doriana Goracci

FOTO E VIDEO SU http://www.reset-italia.net/2012/05/22/23-maggio-1992-imposimato-falcone-schifani-arrigoni/


COMMENTI

23 Maggio 2012 09:45

AGGIORNAMENTO : vi invito alla lettura dell’intero articolo di cui riporto uno stralcio e come disse e scrisse nel 2007 Vittorio Arrigoni, “Rosaria, se leggi queste pagine, ti trasmettiamo tutto il nostro affetto”

…La vedova Schifani ‘Nulla è cambiato. La testa degli italiani è sempre la stessa’ «Vent’anni fa, su quell’altare, dissi che gli uomini non hanno il coraggio di cambiare. Adesso ne sono più che mai convinta. Niente cambierà mai: è la testa dei siciliani, degli italiani, che resta sempre quella. Sì, perché qui non si tratta di crocifiggere la Sicilia. C’è un Paese intero che è complice. Allo Stato non interessa raccontare la verità, ha paura di guardarsi dentro perché ha tanto da nascondere, perché andava a braccetto con la mafia. I due avevano per così dire una certa confidenza, l’interesse di affermare il potere dell’uno e dell’altra. Da una parte gli appalti, dall’altra la possibilità di far eleggere un politico, da una parte un favore, dall’altra parte un altro. L’indomani i ragazzi delle scorte lo giurarono: ” Vi vendicheremo”, ma poi figurati, come avrebbero fatto, ché non avevano neanche le spalle coperte dalle istituzioni?» http://vittimemafia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=834%3Al&catid=34%3Aarticoli

Doriana Goracci

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