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28 Aprile 2013 21:35

Nel clamore sull' attentato Preiti ci si dimentica di uno che s'è dato fuoco davanti Montecitorio nell' agosto scorso

599 visualizzazioni - 2 commenti

di gastaldo paolo

Il caso Preiti oggi 28/04 13, data d' insediamento del goveno Letta , nel clamore di una strana sparatoria di un disoccupato  ,segnato anche pare da gravi debiti di gioco che  lasciato dalla moglie , spara con una pistola di piccolo calibro,colpendo un carabiniere al collo ed un altro ad una gamba ,un gesto esecrabile ma spiegabile... forse ...dalla diperazione esistenziale,.... da cui un raffronto con chi nell' agosto scorso 2012 , si diede fuoco davanti a Montecitorio, ricandone ustioni all' 85 %che è come ci racconta Liberazione .. è morto all'alba Angelo di Carlo, 54 anni, originario di Roma ma da anni trasferitosi a Forlì, che l'11 agosto 2012  si era dato fuoco davanti a Montecitorio, per protesta contro il suo stato di disoccupazione visto che da anni lottava con la precarietà. A darne notizia sono i carabinieri.


L'uomo, ricoverato da allora all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, era rimasto ustionato sull'85% del corpo. Ha resistito per 8 giorni, poi non ha retto più e il suo cuore ha smesso di battere.

Era l'una di notte quando l'operaio era arrivato in piazza Montecitorio, aveva tirato fuori una bottiglia colma di liquido infiammabile e se lo era versato addosso prima di darsi fuoco con un accendino. Avvolto dalla fiamme si era diretto verso l'ingresso della Camera dei Deputati. I carabinieri, sempre presenti nella piazza, erano intervenuti con gli estintori riuscendo a spegnere quel corpo diventato una torcia. 

L'uomo era stato poi ricoverato in prognosi riservata al Sant'Eugenio con ustioni di secondo e terzo grado sull'85 per cento del corpo. L'operaio, vedovo, aveva grosse difficoltà economiche a causa della perdita del lavoro, ed era impegnato in un contenzioso con i tre fratelli per un'eredità. Spesso lavorava a chiamata ed era impegnato, fino a due anni fa, nei movimenti ambientalisti. Nello zainetto che aveva con sé c'erano due lettere, una con il numero 

del suo avvocato, l'altra per il figlio trentenne, Andrea, a cui ha lasciato 160 euro in eredità.

COMMENTI

29 Aprile 2013 13:43

Concordo ...

gastaldo paolo

29 Aprile 2013 12:28

caro Paolo .. i poveri ed i disperati non contano un cazzo!!!!

se  uno ruba per 3 euro al mercato per poter mangiare è considedato un ladro ... se uno ruba un milione di euro viene riverito e additato come businness man... in italia ne abbiamo tanti ..e persino al governo!

è inutile che ci fissiamo sulla democrazia! ... una bella korea del nord per 15 anni e poi vedrai che tutto si risolve!

sauro dino

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