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10 Luglio 2008 09:52

L'atomica sotto casa. Allarme dell'Usaf: basi europee insicure, in Italia è a rischio Ghedi

732 visualizzazioni - 0 commenti

di Roberto di Nunzio

di Roberto Bonafini Milano, 7 luglio – La maggior parte dei siti europei in cui sono dispiegate testate nucleari statunitensi sono sprovvisti delle più elementari misure di sicurezza considerate come standard dal dipartimento della Difesa statunitense. Tra le basi nel mirino dell'esercito statunitense si trova anche il deposito di Ghedi nel Bresciano, mentre nessun rilievo sarebbe stato avanzato per Aviano, in Friuli, l'altro deposito Usa del nostro territorio. L'allarme è scattato da un'inchiesta interna condotta dall'Air Force Usa in Germania, Olanda, Belgio e Italia dove viene custodito parte dell'arsenale atomico in tempo di pace ed è stato diffuso, in modo dettagliato, dalla Federazione degli scienziati americani (Fas). In pagina Approfondimenti pubblichiamo i documenti originali. Gli scienziati statunitensi che i nuovi particolari del rapporto "Air Force Blue Ribbon Review of Nuclear Weapons Policies and Procedures", parzialmente declassificato in questi giorni, rivelano un problema di sicurezza in Europa molto maggiore di quanto non fosse emerso in precedenza. Il rapporto, di 118 pagine, esprime preoccupazione sulla sicurezza degli arsenali nucleari dopo che gli ispettori militari hanno rilevato insufficienze nel personale, nelle strutture e nell'equipaggiamento adottati. I problemi sono di ampio raggio: dalla sicurezza degli edifici a quella delle barricate antintrusione, dall'illuminazione ai sistemi di sicurezza. Le critiche riguardano in particolare le misure di sicurezza adottate dalle quattro nazioni ospiti. Gran parte dei siti visitati richiederebbero - secondo quanto indica il report - l'impiego di risorse aggiuntive da parte del Pentagono per raggiungere gli standard di sicurezza necessari. Tra gli esempi citati nel rapporto dell'Air Force c'è quello di una recluta con nove mesi di servizio incaricato di vigilare sulla sicurezza di testate nucleari. Le testate americane custodite sono di tipo B61, un ordigno piuttosto antiquato impiegato come arma tattica, di potenza compresa tra 0,3 e 300 chilotoni, cioè circa 18 volte la potenza della bomba di Hiroshima. Se in Germania, Olanda e Belgio variano da 10 a 20, nel nostro Paese sono invece 50 tra Aviano e 20-40 a Ghedi, nel bresciano; nella maggior parte dei casi si tratta di basi statunitensi. Ma nei casi considerati le armi nucleari sono dislocate in basi nazionali di ognuno di questi paesi (la base bresciana di Ghedi, nel caso dell'Italia). In questi casi, in tempo di pace, le testate beneficiano di un servizio di custodia dell'Air Force americana, le unità MUNSS . Ma in caso di guerra, grazie a provvedimenti adottati dall'Us National Command Authority, verrebbero consegnate alle Aeronautiche nazionali che userebbero le testate sui loro aerei da guerra (nel caso italiano dai Tornado del sesto stormo). A rafforzare le indicazioni della base italiana come insicura vi è anche la notizia, raccolta dalla Fas da fonti anonime, secondo cui il Pentagono sta pianificando il ritiro dei suoi Munition Support Squadron (MUNSS) proprio da Ghedi. "Non si sa ancora quale sia la base, ma fonti indicano che potrebbe coinvolgere il 704 MUNSS di Ghedi, nel nord dell'Italia". Se ciò avvenisse, le testate potrebbero essere trasferite proprio alla base di Aviano. Le testate sono sotto il controllo del personale statunitense come parte della base di Ghedi (dalla mensa al campo di basket, tutte le installazioni Usa sono autonome e separate). L'esame della sicurezza delle testate atomiche Usa era stato ordinato dopo che, lo scorso agosto, sei ordigni atomici erano stati imbarcati per errore nella stiva di un B52, che aveva sorvolato tutti gli Stati Uniti da una costa all'altra. L'accaduto ha provocato il siluramento del vertice dell'US Air Force. Per questo, i militari americani stanno pianificando il ritiro delle loro unità di custodia delle testate nucleari da almeno una base e, forse, anche di ridurre il numero delle basi nucleari in Europa. La scoperta ha già suscitato polemiche in Germania. "Le armi atomiche in Germania sono un avanzo della Guerra Fredda - ha detto al quotidiano Berliner Zeitung il capo dei liberali, Guido Westerwelle. - Devono essere rimosse". Dello stesso parere è il leader dei Verdi, Jürgen Trittin, secondo il quale la cancelliera Angela Merkel dovrebbe opporsi a una partnership nucleare con gli Usa. E neanche il Partito della Spd alleato alla Cdu nella grande coalizione vuole l'arsenale atomico sul suolo tedesco. Un eventuale ritiro di queste armi, ha detto l'esperto di affari esteri dei social democratici, Niels Annen, sarebbe un grande passo verso il disarmo nucleare. Di diverso parere, gli esponenti della Cdu, che sono a favore del deterrente nucleare. E In Italia? Il dibattito politico sembrerebbe appassionarsi di più al futuro del nucleare (civile), mentre il presente - alquanto allarmante - del nucleare (militare) pare proprio che non interessi a nessuno. Non certo ai Governi che si sono succeduti negli ultimi anni: sono tanto distratti da non accorgersi nemmeno dei consigli sulla sicurezza dati loro dagli amici statunitensi. www.e-gazette.it

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