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8 Settembre 2009 09:27

Yes, sfollare e C.A.S.E. dell’Aquila

750 visualizzazioni - 1 commento

di Doriana Goracci


Controinformazione. Vale a dire non avere pretese mediatiche ma testimonianze dirette da far circolare, anche. Vedete un po’  voi il da farsi e quello che alacremente  viene fatto, circolare,  in Italia. Luigia continua a dire la sua,  forse senza molta “eleganza e brio“, non è usa far da padrona e frequenta solo basse tendopoli, dove non vengono elette miss. Il 5 settembre è passato, come  l’ Assemblea cittadina dell’Aquila in Tenda: è chiaro anche nel testo che segue, il conflitto in corso tra gli stessi aventi diritto all’ abitare con dignità.

Poi ci sono le Last Ladies che reclamano anche loro C.A.S.E. Sono passati due mesi soli dal G8 all’Aquila, dove avevamo visto le Prime, le first e loro compagni.
Oh Yes, davvero nessuna festa, solo We Camp. Non sono sbigottite le loro informazioni ed espressioni facciali, femminili e maschili. Le case all’ Aquila ?  “Ma  come un’aquila può diventare aquilone che sia legata oppure no non sarà mai di cartone no”
Doriana Goracci

DEPORTATI
Non ci sono C.A.S.E. per tutti e non ci saranno, neanche in primavera
E francamente, dopo aver fatto un giro nella periferia di Coppito ci auguriamo che non ce ne siano!
Non una new town ma 20 new town stanno spuntando come funghi. Intorno a un centro storico che sarà
svenduto a immobiliaristi senza scrupoli, un pullulare selvaggio di gru, ruspe, megacantieri, colate
di cemento armato…e soldi, soldi, soldi inafferrabili. E sfruttamento di tutto e tutti (sembra che
gli operai dei cantieri lavorino a tre turni).
Non ci sono C.A.S.E. per tutti. I senza tetto sono 70.000, mentre i posti previsti nel piano
C.A.S.E. a primavera saranno al massimo 16.000. 27.886 gli sfollati censiti dal Comune e dalla
protezione civile con le case completamente inagibili (E o F), di cui circa 5.300 affittuari. Gli
affittuari dovranno lasciare le C.A.S.E. dopo i primi 2 anni. Quelli con le case temporaneamente o
parzialmente inagibili (B o C) non possono anticipare i soldi per la sistemazione.
Nessuna ricostruzione, ma realizzare questo piano C.A.S.E. metterà uno spesso strato di cipria e
fondotinta alle crepe di questo regime e un robusto ingresso di denaro pubblico nelle tasche dello
stesso e delle imprese che lo sostengono.
Un altro terremoto all’Aquila
Inizia a Piazza d’Armi la deportazione in massa degli sfollati
La voce nel campo si era sparsa da un paio di giorni ma niente di ufficiale. Il tempo “congruo”
annunciato da Bertolaso in TV per mettere al corrente i terremotati di Piazza d’Armi che sarebbero
stati cacciati dalle tende e mandati chissà dove, senza dare loro la possibilità di scegliere, si è
tradotto di fatto per molti in un giorno di preavviso. All’assegnazione delle località di
destinazione (alcuni sfollati stanno ancora aspettando di sapere dove saranno mandati) la guerra tra
poveri si è subito materializzata: gli “italiani” contro gli immigrati, chi ha trovato un lavoro
contro i disoccupati, i single contro i nuclei con più di 2 o 3 persone, chi ha le protesi o è
comunque disabile contro chi ha ancora la salute per camminare e fare le scale a piedi, gli
incensurati e i collaboratori contro i pregiudicati, chi viene mandato sulla costa o ad Avezzano o a
Sulmona, comunque lontano dalla città, contro chi ha avuto la “fortuna” di essere ristretto nella
scuola della caserma della guardia di finanza, vicino L’Aquila (dove si è svolto il G8) ecc.
Dopo aver discriminato tra gli sfollati sulla costa e quelli dei campi, l’operazione dividi et
impera, va avanti.
Pochi annunciano di incatenarsi o di “occupare” le proprie case inagibili, ma spesso queste
dichiarazioni non ottengono il risultato sperato, ossia rimanere ai margini più prossimi della
città, della propria casa, del proprio lavoro dei propri affetti.
Intere famiglie ulteriormente separate… tutti dispersi.
Il campo è militarizzato oltre misura, sembra di essere ad esercitazioni militari e antisommossa.
Durante il G8 i militari, pur con una presenza robusta dentro il campo (più del doppio degli
sfollati), incombevano soprattutto fuori del campo, a sorvegliare che nessuno intralciasse le grandi
manovre fuori, dove scorrazzavano i potenti.
Ora si sono concentrati soprattutto all’interno del campo (gli sfollati ora saranno quasi un decimo
di militari e forze dell’ordine), ad evitare che scoppi una scintilla di protesta, pronti a
toglierti via la tenda dietro le spalle appena ti allontani di un paio di metri. Ai 1200 sfollati,
presenti ancora 2 giorni fa, hanno tolto tutti i cessi chimici tranne 1, hanno cominciato a servire
cibo particolarmente disgustoso e a smontare una delle 2 sale mensa. La polizia locale (che conosce
le sue pecore) fa da paciere e intercede con la protezione civile per i sottoproletari che hanno
avuto dei precedenti penali e sono disposti a non piantare grane e a “collaborare” purché li si
lasci vicino all’Aquila. Il ricatto è: o te la prendi così o torni in galera e non ti piangerà nessuno.
Dopo i bei propositi dell’assemblea cittadina di ieri, indetta dai comitati, dopo la promessa di
quei rappresentanti di vigilare affinché in nessun campo ci fosse stata una “deportazione non
consensuale” (ma una deportazione non può esserlo, è ovvio!), nessuno di loro ho visto stamattina.
Davanti al campo c’era però uno striscione che recitava: “Dall’impegno e dal cuore dell’Emilia
Romagna alla prevaricazione del Dipartimento” firmato “i Ri-sfollati di piazza d’armi”

Luigia, per una rete di soccorso popolare

video foto e link su
http://www.reset-italia.net/?p=16231

COMMENTI

8 Settembre 2009 09:28

Ultime notizie…per gli sfollati.Leggetelo tutto se vi aggrada. Inchiesta terremoto, procuratore Rossini: «Entro fine mese i primi provvedimenti» A Monticchio vigili del fuoco organizzano sciopero della fame Accordo con albergatori aquilani: 75% delle stanze per sfollati http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=72343&sez=HOME_INITALIA

dg

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