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2 Settembre 2010 12:06

02/09 - IL NUMERO DEI DISOCCUPATTI IN COLOMBIA SFIORA I 10 MILIONI

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

In un dossier presentato dal co-direttore del DANE (il Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica)  Carlos Eduardo Sepúlveda, si afferma che i disoccupati in Colombia sarebbero 2.608.000, mentre i lavoratori “informali” sarebbero circa 7 milioni. Per lavoratori informali si intendono tutti coloro che lavano i vetri ai semafori, vendono dolciumi e merce varia sugli autobus cittadini, lustrascarpe, ecc., e che di fatto sono uomini e donne disoccupati che tirano a campare alla giornata arrangiandosi come possono per riuscire a sopravvivere.
L’ex presidente Uribe ha più volte epurato dal DANE quei dirigenti che si negavano alla manipolazione in chiave propagandistica dei rilevamenti statistici, al solo fine di mostrare un paese in cui l’economia era in continua crescita e la disoccupazione in continuo calo. Ma le cifre reali evidenziano come, con una popolazione economicamente attiva di circa 28 milioni di persone, 10 milioni si trovano disoccupati; ciò rappresenta una percentuale che supera il 30%.
Peraltro, l’impianto metodologico degli enti statali in Colombia, in materia di misurazione del numero dei disoccupati, è perverso al pari di quello di molti altri paesi capitalistici: non è considerato disoccupato colui il quale, da almeno sei mesi, non dichiara o dimostra di essere ancora alla ricerca di un’occupazione, ed al contempo è ritenuto occupato chi, nell’ultimo anno solare, ha lavorato almeno per un mese.
La politica della “sicurezza democratica” di Uribe, ora portata avanti dall’oligarca Santos, ha collocato la Colombia al primo posto nel continente latinoamericano per la spesa militare sostenuta, in contrapposizione a paesi come il Venezuela che, al contrario, hanno dato priorità a politiche sociali che hanno beneficiato l’intera popolazione. Il governo colombiano continua ad insistere sulla strada della guerra, e a farne le spese è il popolo che giorno dopo giorno viene spremuto dalle politiche ultraliberiste della cosca al potere.

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