31 Agosto
La morte di Micail Gorbaciov cade in un momento cruciale, quasi un monito a chi ha proseguito quella Guerra Fredda che lui aveva provato a seppellire. Tutti ricordano Gorbaciov come geniale politico che ebbe il coraggio di porre fine alla Guerra Fredda, smantellando URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) e comunismo di Stato in Russia, ma nessuno si è azzardato ad osservare che la Nato, anzichè assecondare quel progetto pacefondaio, non ha fatto altro che inglobare nella Nato quasi tutti quei paesia cui "Gorba" aveva restituito liberà e sovranità.
Il caso Ucraina costituisce la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Putin lo aveva ripetutamente denunciato: la Russia si è trovata gradualmente accerchiata dalla Nato.
Biden sta dimostrando di appartenere alla vecchia ottica maccartista, che ancora vede nella Russia la patria di una ideologia dittatoriale e bancarottiera ed è finito succube della politica del Pentagono, che non sa che ragionare in termini militari e di guerra.
Invece di "vedere" le novità planetarie, dal primato commerciale cinese al terrorismo di matrice islamica, all'esplosione demografica e guerrafondaia del continente africano, il presidente statunitense persiste in una ottica veteronovecentesca.
È pure verosimile che il Pentagono abbia temuto l'eccessiva crescita in autonomia dell'Ue ed il contestuale eccessivo avvicinamento della Russia proprio all'Ue. Ne poteva nascere una potenza planetaria che minacciava la decadente supremazia statunitense.
Approfittando del servo sciocco dell'Ucraina, il Pentagono ha seppellito sia la speranza dell'Ue di smettere sua sudditanza agli Usa, sia le prospettive di avvicinamento politico tra Ue e Russia.
Ha però creato un fronte Russia-Cina che costituirà un serio problema per tutti nei prossimi anni.
Fausto Carratù