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23 Dicembre 2022 15:12

Natale, parto di Vergine

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di Fausto Carratù


Il 25 dicembre la Chiesa cristiana celebra la nascita del  suo Fondatore. Ricordiamo questa ennesima ricorrenza della Nascita, soffermandoci sula fenomeno straordinario del parto di una ragazza Vergine, mettendo in risalto la V maiuscola. Perché?
Da parecchi secoli la verginità di Maria è stata valorizzata eccessivamente, persino erroneamente, nella direzione della esaltazione dell'astensione sessuale, della castità, come se il fatto primario e fondamentale dell'evento Natalizio fosse questo e non altro.  Da allora le società cristiane hanno fatto della castità un valore persino preponderante, mescolandosi a costumi ed interessi sociali di variegata natura, di origini differenti e pure precedenti la stessa età cristiana.
La castità, come intende il termine originario -castità viene dalla radice kad (catarsi), tenere in ordine, mettere in regola- costituisce un valore umano di notevole interesse, significando autocontrollo, gestione dell'impulso, libertà dalle schiavizzazioni sessuali e connesse dipendenze, ma come per tante altre pratiche, dall'alimentazione al gioco, una cosa è la continenza mirante all'autocontrollo, altra è la assolutezza dell'astinenza.
È di conseguenza oltremodo opportuno portare in piena luce l'altro valore e l'altro significato della verginità di Maria. Tale circostanza va valorizzata in quanto indicatrice di una inusitata provenienza del Partorito. La straordinarietà di simile provenienza è di gran lunga maggiore del pur eccezionale di una vergine, evento che qualche scoperta ginecologica potrebbe un giorno persino spiegare. L'elemento che merita maggiore e primaria attenzione è infatti quello della divinità del Partorito. 
Il 25 dicembre quindi celebriamo un evento senza precedenti, una creatura umana partorisce una creatura non più esclusivamente umana, un Essere che il Credo cristiano sottolinea come "generato, non creato", ossia se ne specifica l'entrata nel genere umano, ma al contempo se ne ribadisce la provenienza divina, "non creato", essendo "della stessa sostanza" del Creatore. È questo connubio tra cielo e terra, tra umano e altro dall'umano che dobbiamo cogliere nella verginità di Maria, la cui astinenza dal rapporto con l'uomo corre a segnalare la straordinarietà dell'evento, in quanto straordinarietà della provenienza del frutto del parto natalizio.  Ergo, buon Natale

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