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3 Aprile 2023 11:24

Pasqua 2023: auguri di fede nella Risurrezione

86 visualizzazioni - 0 commenti

di Fausto Carratù


Mi riferisco alla interessante lettera, pubblicata su l'Avvenire il 2 aprile scorso, domenica delle Palme. La lettera, inviata da Valter Vecellio, direttore di "Proposta Radicale, acclude la lettera che il 22 aprile 2016 Marco Pannella aveva indirizzato a papa Francesco. La lettera offre motivo di alcune riflessioni. 
In primo luogo, quando scrive "incontro di un inossidabile laico e un altrettanto inossidabile credente", il Vecellio perpetua una  ormai inammissibile confusione sul significato della laicità. Purtroppo una vulgata dura a morire persiste nel sostenere, scrivere e credere che laicità sia sinonimo di miscredenza, addirittura di ateismo, mentre storia ed etimologia intendono, da sempre e correttamente, che laicità significa volontà e capacità, da parte del cittadino di uno Stato, di tenere separate la sfera religiosa (interstatale e sovrastatale) da quella statale. Fu lo stesso Fondatore del Cristianesimo a introdurre il germe della laicità col noto "dai a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio". Sul punto si osserva come esistano credenti estremamente più laici di tanti atei o miscredenti che, dell'ateismo e della miscredenza, fanno spesso una fede tanto "inossidabile" dal cadere nel bigottismo (tanto per citarne uno, si veda il deludente "Perché non sono cristiano" di B.  Russell).
In secondo e più interessante luogo, proprio la lettera di Marco Pannella a Papa Francesco dimostra che lo stesso Pannella risulta tutt'altro che "laico", se per questo si  intende -e non pare potersi qui intendere diversamente- persona qualificabile come acristiana o anticristiana. Difendere quelli "che nessuno vuole accogliere in Europa"  costituisce posizione del tutto evangelica, tutt'altro che "laica", posizione, quest'ultima, sostenuta da quelli che denunciano l'impossibilità materiale di accogliere in Italia, ed a casa propria, tutti i perseguitati ed affamati della Terra.
Non a caso Pannella aggiunge subito dopo "questo è il Vangelo che io amo". Questa dichiarazione, oltre ad altri passaggi (l'intenso riferimento al "vento dello Spirito che muove il mondo"; il finale "ho preso in mano la croce che portava in mano monsignor Romero"), scritta a pochi giorni dalla sua morte, dimostrano quanto Marco Pannella fosse tutt'altro che miscredente o ateo.
Negli anni Settanta sono stato iscritto al Partito Radicale, proprio perché intravedevo nel Pannella una spiritualità evangelica di fondo, seppure troppo spesso malintesa, ed anche dallo stesso Pannella sovente maltrattata, spiritualità che notevolmente si differenziava dal greve materialismo di una Emma Bonino. Ricordo solo che Marco Pannella voleva la legge sull'aborto per liberare le donne dalle mammane e dai cucchiai d'oro, mentre la Bonino voleva la legge perché considerava l'abortendo un mucchietto di molecole!!. Per questa ragione la mia adesione al Partito Radicale è durata poco.
 Con un rinnovato augurio di fede nella Risurrezione

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