23 Aprile
I Siciliani giovani, queste donne e questi uomini degli anni ottanta che si sono opposti alla mafia -dopo la morte di Pippo Fava- restando a fianco della redazione dei Siciliani: ma eravamo tutti più o meno ventenni.
I Siciliani giovani sono stati coraggio e amore per la propria città: un coraggio ridente: Piero e Dante, Massimo e Renata, Gianfranco e Salvo e Gino, Rosalba e Francesco, Maurizio e Cono e Goffredo e Walter, e Sabina e Ester e tanti altri.
I primi numeri del tabloid erano tutti un numero zero in attesa di registrazione; così a volte sopra la testata c'era un"Tutti" -per non ripeterla- oppure un "Noi". Appunto: noi. I legami -fortissimi- tra noi. Come in ogni gruppo a dita, a petali.
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Pochi giorni fa è morto Piero Cimaglia. Ha vissuto la metà della sua vita con Daniela, morta poco più di un anno fa. Nel 1987, alla chiusura dei primi Siciliani, aveva proposto di continuare a fare i Siciliani giovani. Negli anni a venire era stato sempre presente nel giornalismo civile a Catania.
Piero era un uomo schivo, magro, con la barba a settimane alterne. E a settimane alterne litigava con franchezza su questo o su quello, su un'idea o su un metodo.
Non era soltanto la sua laurea e i suoi master in economia. Quando bisognava verificare un dato economico era lui che insegnava. Lo ha fatto in occasioni abbastanza precise sul Comune di Catania o sull'inchiesta sull' acqua pubblica in Sicilia.
Piero, che mi ha sempre sostenuto e fraternamente criticato per tutte le mie scelte. Che è stato vicino a Luciano, a me.
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Piero dopo la morte di Daniela era di pochissime parole. La telefonata era stata di silenzi e di riprese.
Eppure noi sappiamo che era un uomo pieno di vita, di vita interiore, di una solitudine grande quanto un tramonto. E come un tramonto, la morte di Piero ci indica un giorno a venire.
Fabio D'Urso e Luciano Bruno