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6 Maggio 2023 10:59

A tutti i preti e religiosi della diocesi di Genova

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di Paolo Farinella, prete


ELEZIONI DEL CONSIGLIO PRESBITERALE


   Il Vicario Generale, mons. Marco Doldi, ha inviato la comunicazione per l'elezione del Consiglio Presbiterale con scheda di votazione ed elenco degli aventi diritto attivo e passivo.

   Con questa mia Newsletter desidero segnalarvi un nome che, a mio parere, il presbiterio intero dovrebbe prendere in considerazione, non solo per la qualità della persona, ma anche per dargli una dimostrazione di stima pubblica.
Il voto del Clero e dei Religiosi, per altro segreto, e quindi anonimo, sarebbe una forma di risarcimento per la ingiustizia che ha subìto e che ancora non è stata sanata.
   La sua «rimozione» da Vice Economo diocesano è una ferita nel corpo della Chiesa locale e della dignità di MONS. CARLO SOBRERO che, leso gravemente nella sua onestà e onorabilità, ha diritto, come prescrive il Direttorio della CEI  «Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza» (04-10-1999) e come prescrive di Codice di Diritto canonico (can. 220).
Tutti sapete che non ho alcun interesse a difendere Mons. Carlo Sobrero, ma so, come lo sapete voi, che egli non ha preso posizioni eclatanti contro il Vescovo o i suoi vicari, ma è rimasto in silenzio, difendendosi come la sua coscienza gli ha suggerito.   Sono stato l'unico prete che ha preso posizione pubblica a suo favore, pur essendo per me un illustre sconosciuto, avendo avuto con lui solo ed esclusivamente rapporti d'ufficio e non di frequentazione. Non sono, quindi, il suo difensore d'ufficio e di questa lettera ne prenderà visione esattamente come voi perché la riceverà anche lui, come tutti.
  Se non ci fosse stata di mezzo la Giustizia, prevista e pretesa dal Diritto canonico (e anche dal Codice civile italiano e universale, in base allo «ius romanum»), io sarei stato zitto, ma la Legge prescrive, e in certi casi, come questo, obbliga, a «non voltarsi dall'altra parte» per non essere complici colpevoli «in solido».
Non ho interessi personali o carriere a buon mercato da difendere, anzi, esponendomi, mi sono messo a repentaglio del vostro giudizio che già immagino negativo in quanto ai vostri occhi appaio «prete strano, sul limite dell'eresia, e chi più ne ha più ne metta». Pensate quello che volete, ma ora ciascuno di voi è solo sulla soglia della propria coscienza, solo e davanti a quel Dio in cui dice di credere e nel contesto di quella «comunione fraterna» che, secondo me, è pura finzione perché è come la metastasiana «araba fenice: / che vi sia ciascun lo dice /, dove sia nessun lo sa».     
   Personalmente, non ho mai conosciuto la fraternità sacerdotale che cerco da oltre 50 anni, senza mai trovarla, cozzando con giudizi che sono comodi e peccaminosi «pre-giudizi».
   Non accuso nessuno: prendo atto e capisco sempre più ciò che Gesù ha detto: «Amatevi come fratelli», ma, pensando ai preti di Genova, ha aggiunto, sottovoce: «tanto io sono e rimango Figlio Unico».
Non so se stia facendo un servizio a Mons. Carlo Sobrero perché in diocesi mi pare di essere un «clericus vitandus», molto più che pericoloso; se così fosse, pazienza, ma era necessario che io obbedissi alla mia coscienza, informata dei fatti, affinché resti a testimonianza presente e futura. «Amicus Plato, sed magis Amica Veritas» (Aristotele).
   Quest'anno voterò e voterò un solo nome: MONS. CARLO SOBRERO, certo di non arrossire nel celebrare l'Eucaristia e consapevole di avere adempiuto il mio dovere evangelico che per una volta incontra le esigenze OBBLIGANTI del Diritto canonico: nessuno deve essere leso nel suo buon nome e nella sua dignità, perché il Diritto canonico e il Vangelo tutelano e l'uno e l'altra con una forza inusitata altrove e CON GRAVI SANZIONI.
   Se vi ho disturbato, vi chiedo scusa, ma sappiate che, come mio costume, firmo di mio pugno. Già due volte ho fatto ricorso alla Santa Sedea, segnalando non solo le ingiustizie, ma anche i pasticci che vescovo e vicari fanno per ignoranza e malafede. Altre due denunce sono prossime a partire per le vie ufficiali, dopo avere informato gli interessati.
   Devo dire che le mie segnalazioni hanno successo, almeno fino ad ora, se ho avuto attestati di stima e se vi sono stati interventi su Curia e vescovo, costretti a modificare decisioni illegali, prese con arroganza.
   Resto sempre in attesa che il Vescovo dica pubblicamente che mons. Carlo Sobrero è un ottimo prete, che ha svolto il suo ministero in economato con competenza e onestà indiscusse.
So che alla fine, se non il Vangelo, lo spirito francescano avrà il sopravvento sul vescovo che, liberandosi delle cianfrusaglie che lo attorniano, potrà essere di esempio a tutto il Popolo di Dio con il suo parlare evangelico: «sì, sì; no, no!», che tradotto in francescano significa «sine glossa», cioè papale-papale. Tertium non datur.
A tutti un caro saluto, onorato di essere l'ultimo dei preti della Diocesi di Genova.
Genova, 2 maggio 2023

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