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23 Maggio 2023 17:42

Vecchiaia? una doppia Apocalisse

58 visualizzazioni - 0 commenti

di Fausto Carratù


La vecchiaia è una doppia apocalisse, proveniente dalla duplice accezione, corrente ed etimologica.
L'accezione corrente vede nella vecchiaia una catastrofe, un tracollo fisico, e con esso una disfatta dell'intera persona. Questo il senso corrente. La medicina ha allungato la vita, ma l'invecchiamento resta comunque dietro l'angolo. State tranquilli, nessuno sarà lasciato indietro.
Ma apocalisse ha un significato etimologico meno usato. Significa rivelazione. E nella sua funzione esistenziale la vecchiaia costituisce una vera e propria rivelazione. Su questo spendiamo qualche riflessione.
Ennio Flaiano, nel "Diario degli errori" annota: "A Montecarlo, nel privè, un vecchio italiano giocava gettando soldi come coriandoli sul tappeto verde, con l'allegria di un uomo che ha risparmiato troppo e vuol disfarsi di tutto". Disfarsi di tutto, eccola la vecchiaia, eccolo il capovolgimento dei valori.
In una precedente nota avevamo assimilato la vecchiaia all'ultimo capitolo di un libro giallo, laddove viene rivelato il nome e il volto che tutti gli altri capitoli hanno tenuto occultato. Ed in quel senso che riprendiamo qui il tema, stante che la quota di vecchi delle nostre società sta visibilmente crescendo. Il Giappone è il paese con più vecchi al mondo, seguito dall'Italia, prima in Europa.
La vecchiaia rivela alle persone la inutilità ed il non senso di tante preoccupazioni, di tante ricerche, di tante ambizioni che segnano e condizionano la intera vita. È nella vecchiaia che una persona vede quello che altri, non ancora vecchi, e lui stesso, prima di invecchiare, non avevano minimamente sospettato, perché capire la vecchiaia è strutturalmente impossibile per chi vecchio non è. Dall'assenza di futuro, il primo avvertimento che il vecchio concepisce, si passa ad una visione delle cose che allontana dagli altri. È come se il vecchio andasse a vivere su un altro pianeta, anche se si sforza o finge di vivere ancora sul nostro.
Succede spesso che gli altri, non comprendendolo, non fanno altro che invitare il vecchio a tenersi occupato, a seguire fatti e cose che per lui non hanno più alcun interesse, che non possono più interessarlo, che sarebbe sciocco ed assurdo se continuassero ad interessarlo. Lui è su Marte ma i Terrestri non lo capiscono, e non perché siano stupidi, ma perché sono strutturalmente impossibilitati a comprendere che cosa sia la vecchiaia, che cosa sia l'assenza di futuro, impossibilità di proseguimento della vita precedente. Il vecchio vive un totale sovvertimento di valori. Alla vecchiaia ci si arriva sempre impreparati. Il cambio di passo psichico è duro, feroce, non tutti sono in grado di sostenerlo. Ma, come tutti i terremoti e le crisi sono funzionali al nuovo, anche il vecchio ha occasione e modo di costruirci sopra una diversità di valori, di altro livello. E siamo all'Apocalisse, all'ultima Rivelazione. 

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