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2 Giugno 2023 10:11

La repubblica di Catania

77 visualizzazioni - 0 commenti

di Riccardo Orioles


A Catania la mafia è arrivata tardi ma è

arrivata subito in alto e si impadronita

profondamente dei gangli vitali della città.

Il potere qui, è solo secondariamente politico,

ed è politico in quanto proiezione del

potere socio-economico, che Giuseppe Fava,

molti anni fa, metteva lucidamente al

centro del potere mafioso.

Il potere mafioso - nell’economia, nell’informazione,

nei rapporti sociali, infine

anche nella politica, a Catania costituisce

la grande rimozione; se ne parla pochissimo,

e quel poco male.

Poco ne parla anche la “sinistra” e le elezioni

che potrebbe perdere onorevolmente,

per ragioni politiche e culturali, le perde

invece catastroficamente e senza onore.

Riesce a costituire liste puerili, di brava

gente (non tutta) aliena da ogni scontro

reale, senza un programma che parli della

Catania vera e non di Stoccolma.

* * *

Con tutto ciò, e nonostante l’indubbia decadenza,

Catania è ancora all’ avanguardia

della politica, disgraziatamente. La sua

rimozione del potere mafioso, e dunque la

resa senza combattere ad esso, è stata infatti

un modello per la classe politica nazionale.

L’Italia, unico paese occidentale

in cui la mafia sia andata a più riprese al

governo, ignora così totalmente il

problema, criminalità, che è un’altra cosa.

Ma sono passati molti anni dalle denunce

di Fava, e poi di dalla Chiesa, di D’Urso,

di Scidà e di altri ancora; la mafia ha avuto

tutto il tempo e l’agio di farsi potere, come

prima si prevedeva e ora si constata.

I “Siciliani” sono stati fra quelli che l’hanno

contrastato e lo contrastano tuttora.

Siamo stati un “partito” di giovani, e con

orgoglio lo rivendichiamo. Pensiamo che i

ragazzi di ora, coi loro tempi e con le loro

forze, riusciranno ad esserne all’altezza.

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