425 utenti


Libri.itLINETTE – COMPAGNO DI GIARDINOBELLA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINIKINTSUGILA REGINA DELLE NIAGARA FALLSIL CIMITERO DELLE PAROLE DOLCI
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

2 Giugno 2023 10:16

Italie

67 visualizzazioni - 0 commenti

di Riccardo Orioles

I belli e le besti

La meglio gioventù impugna pale e badili per aiutare il paese ferito dal dissesto ecologico; e insieme

non rinuncia a denunciarne i motivi. Ma c’è chi invece aiuta la catastrofe, per ignoranza e egoismo.



Avremmo voluto completare questa pagina con le immagini, di ordinaria cronaca, degli automobilisti che poco prima

della catastrofe romagnola si trovarono ad affrontare le proteste di alcuni giovani ecologisti che, sui raccordi romani,

si permisero di interrompere brevemente, e pacificamente, il traffico per protestare contro l’ irresponsabile

criminalità delle classi dirigenti adulte che, di fronte al disastro planetario all’orizzonte, si rifiutano di prendere misure di sicuerzza.

Le foto mostravano energumeni, i volti contratti dall’ira, che calavano dai loro Suv per afferrare rabbiosamente le ragazze e i ragazzi e strascinarli ferocemente sull’asfalto. Liberando così la via ai loro inquinantissimi e inutilissimi carri.

Quei volti, tuttatia, erano tanto orrendi, tanto darwinianamente eloquenti, da suscitare più pietà che indignazione. Non ci siamo sentiti di pubblicarli. Non, soprattutto, con quelli dei nostri fratelli e figli di ora o di sessant’anni fa.

Allora, quei volti di ragazzi civili presagirono un Sessantotto. Chissà.

COMMENTA