19 Dicembre
Nel "Credo", dichiarazione canonica della fede cristiana, c'è un'espressione che colpisce perla apparente ridondanza: "Dio da Dio, luce da luce". Perché quella ripetizione? perché quel baroccheggiare di orpelli e pleonasmi?
Certo, la luce è sempre stata simbolo e sinonimo della Verità, in contrasto perenne col buio dell'ignoranza e/o della menzogna, ma all'uomo di oggi non può sfuggire che il Novecento ha vissuto la più grande rivoluzione di tutti i tempi, quella scientifica, che ha posto la luce al centro della realtà e del sapere, tanto rivoluzionaria da scardinare le ultramillenarie concezione e intuizione della assolutezza di tempo e spazio. Questi, non senza sconcerto, sono stati scientificamente relativizzati, mentre la luce è assurta a valore assoluto. E la sua velocità costituisce una delle costanti universali della scienza.
Ebbene, alla Luce - è proprio il caso di sottolinearlo - di queste rivelazioni scientifiche, persino quella che appariva una discutibile ridondanza del "Credo", rivela una insospettabile, nuova valenza, che corre ad esaltare l'assolutezza di quel Soggetto di cui, nel citato "Credo", la luce si fà sinonimo.
A Voi e famiglia un caloroso augurio per una illuminante, seppure consumisticamente illuminata, celebrazione del Natale della Luce.