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15 Settembre 2006 09:11

LETTERA APERTA DI UN GRUPPO DI PRETI SPOSATI AL FRATELLO ARCIVESCOVO EMMANUEL MILINGO

1543 visualizzazioni - 5 commenti

di Lettera firmata

Caro fratello Emmanuel, ti rivolgiamo un cordialissimo saluto, augurandoti la pace e la gioia del Signore. Ti scriviamo da fratelli a fratello, aprendoti il cuore, parlandoti anche dei dubbi e perplessità, che la tua iniziativa ha suscitato in noi. Lo sai, in Italia e nel mondo esistono varie associazioni di preti sposati e movimenti laicali che, auspicando una riforma della Chiesa romana, sostengono l'ipotesi del clero uxorato. Partendo da differenti presupposti teologici, ne segue che diverso è il modo di considerare il sacerdozio/ministeri nella Scrittura. Siccome ogni gruppo si riconosce in questa o in quella prospettiva biblica, teologica e pastorale, assai differenziato è il giudizio, che si dà delle tue scelte pubbliche e delle tue proposte. Questo documento rappresenta "un" punto di vista di "un" gruppo di preti sposati italiani, che rispetta punti di vista differenti, così come chiede rispetto per il proprio. Ti saremo grati se vorrai tener conto delle nostre preoccupazioni. Non possiamo certamente ignorare la buona volontà, che ti spinge a farti ?apostolo? dei 150.000 preti sposati della Chiesa latina. Ci sembra, però, che ciò non sia sufficiente, perché il nostro fenomeno non è che la punta dell?iceberg, sintomo di un malessere generale, non la sua causa. La nostra Chiesa, come ogni altra, oggi più che mai, è chiamata a convertirsi al popolo di Dio; a fare un atto di fede nei laici ?cresciuti in età e in grazia?; a ri-scoprire il gusto di servire e di fare comunità con le caratteristiche dei primi cristiani: ?Tra loro non c?è l?indigente; condivisione dei beni; un cuor solo, un?anima sola? (At 2, 42ss). In definitiva, la Chiesa è chiamata a spendersi per la salvezza del mondo, non per la sua propria sopravvivenza. E poi il problema di fondo: nella Scrittura non si parla mai di preti, ma di ministri; mai di sacerdozio, ma di ministeri. Ritieni tu, fratello Emmanuel, che la Chiesa romana (latina) si riformerà evangelicamente solo se schiererà sul fronte i suoi riservisti, i 150.000 preti-sposati sparsi nel mondo? Le Chiese non cattoliche ridondano di pastori con famiglia e di donne-pastore, ma anch?esse appaiono lontane, talvolta, da una pratica evangelica, che deve mostrare con le opere la missione di Gesù: ?Lo Spirito del Signore è su di me. Mi manda ad annunciare ai poveri una buona notizia, la liberazione ai popoli schiavi?? (Lc 4, 18). Non dovremmo perciò aspirare ad una gerarchia di servizio, che cessi di essere verticista, sacrale, patriarcale, schierata con i potenti? Oppure ci siamo illusi che a noi pastori spetta predicare il vangelo e ai fedeli praticarlo? Ci basta evangelizzare gli infedeli senza lasciarci invece evangelizzare dai ?popoli impoveriti?? Ci siamo troppo spesso accontentati di qualche opera di carità e del culto spettacolare, devozionale, impedendo agli uomini di vedere la giustizia e le potenzialità del vangelo? Gli sfruttati dai popoli bianchi-e-cristiani non hanno diritto di sapere da che parte stiamo? Insomma, caro fratello, noi riteniamo che il problema del prete-con-famiglia possa essere adeguatamente affrontato solo nella prospettiva di una Chiesa altra, cioè più fedele all?Evangelo, più impegnata a testimoniare al mondo la profezia della pace, della giustizia e della solidarietà. Per poter accogliere il tuo appello, ti chiediamo, dunque, di sciogliere dubbi, perplessità o pregiudizi che ci rendono inquieti ed esitanti. 1- Le preoccupazioni sopra riportate sono anche le tue? Ti interessa sistemare i preti pensionati anzitempo o vuoi davvero un ?nuovo inizio? del popolo di Dio? 2- Quali sono i tuoi rapporti con Sun Myung Moon e la Chiesa dell?Unificazione? Dottrinali, economici? Quand?anche Roma avesse il torto di non aver riconosciuto il tuo carisma, questo fatto giustifica il tuo legame ad una Chiesa diversa da quella nella quale sei cresciuto e che dici di voler continuare a servire? 3- Nel tuo matrimonio c?è stata qualche costrizione? Maria Sung ha subito pressioni? 4- Siamo d?accordo con te, che ?aiutare? i confratelli in difficoltà è opera di giustizia. Ma a quali fondi pensi di attingere? Se ai capitali di Moon, che cosa ti chiede egli in contraccambio? 5- La scelta del fasto, le coreografie dispendiose, la cassa di risonanza dei media, non ti vanno strette con il ?senza bisaccia...? e il ?pugno di lievito nascosto nella massa di farina?, di cui parla l?Evangelo? 6- Non sarebbe opportuno lavorare affinché i preti-con-famiglia riflettano in gruppo sulle loro esperienze e il risultato sia offerto al popolo di Dio per far maturare una cultura del ministro come era all?inizio? ?Il pastore sia irreprensibile, marito di una sola donna; sobrio, prudente, decoroso, ospitale, pacifico e disinteressato? (1Tm 3, 2). A tal fine suggeriamo a te, a noi stessi e a tutti i confratelli, alcune linee-guida: 1- approfondire, dal punto di vista storico-dottrinale, come e perché la Chiesa Cattolica di rito latino ha vincolato il presbiterato ministeriale al celibato, riflettendo sulla prassi delle Chiese cattoliche orientali che ammettono il clero uxorato; 2- perché si è considerato la corporeità come un ?male necessario?? Da dove viene tanta paura della donna, tanta repressione della sessualità? Non certo dall?esempio di Gesù! Non è contraddittorio da una parte esaltare l?amore coniugale e dall?altra super-esaltare il celibato? Perché la sfera delle pulsioni è considerata un mero ?meccanismo genitale? e non piuttosto la realizzazione della persona umana sessuata sospinta prima di tutto dalla molla dell?amore per l?altro/altra, dalla ricerca della pienezza personale e dalla volontà di perpetuare la specie? Non siamo forse nati dal sacro amplesso coniugale di un uomo e una donna, non dagli angeli? 3- l?esperienza delle nostre 150.000 famiglie ? esse pure, lo sappiamo, non perfette! ? non potrebbe essere di aiuto ad una pastorale familiare spesso incapace di dire parole significative? Le nostre testimonianze, affatto libresche ed asettiche, ma derivanti dalla esperienza vissuta, non sarebbero utili ai fidanzati ed ai coniugi in difficoltà? E noi stessi non potremmo imparare dai coniugi ?laici?? 4- il nostro nuovo stato non ci costringe forse a scendere dal piedestallo della persona sacra (che produce mitizzazioni e dipendenze pericolose) e della casta clericale, aiutandoci ad essere maggiormente in grado di accogliere le realtà terrestri? Perché non far rifiorire i vari ministeri affidati dalle comunità locali a persone celibi e sposate, uomini e donne? 5- come parlare di libera scelta del celibato con un?educazione, nei seminari, che ancora presenta la donna troppo spesso (in passato, quasi sempre) come ?tentatrice? e ?occasione di peccato?? E la sindrome della fuga nel momento della ?tentazione?? Quanta ossessione ha plagiato molti di noi, impedendoci una scelta libera e volontaria? 6- e che dire dello scandalo di una Chiesa-Madre, che si accanisce contro di noi fino a ledere gravemente la giustizia? Come applica i diritti umani verso chi fino a ieri era chiamato fratello in Cristo ed ora viene demonizzato, ritrovandosi sulla strada senza casa, lavoro, appoggio psicologico? Perché molti di noi continuano ad essere segnati a dito come traditori o falliti, dai fedeli e, sovente, dalla gerarchia ecclesiastica? 7- fratello Emmanuel, anche tu sai di situazioni ancor più precarie e drammatiche: le migliaia di ex-suore abbandonate a se stesse; le donne segrete dei preti, schiave di un amore impossibile; i preti gay messi al bando. E le tragedie dei preti-pedofili? E le sofferenze dei preti alcolizzati, in cura dallo psicoterapeuta, ecc.? Perché non aiutiamo la nostra Madre-Chiesa ad essere ?samaritana? e a scoprire l?olio e l?aceto per sanare le ferite di coloro che, comunque, sono sempre nostre sorelle e nostri fratelli? Vogliamo sottolineare che, a ragion veduta e sulla base dell?esperienza, la primitiva comunità pone condizioni precise a chi intende mettersi al servizio del popolo di Dio: 1- sia anziano ?irreprensibile, marito di una sola donna; sobrio, prudente, decoroso, ospitale, pacifico e disinteressato?; 2- sia scelto dai fedeli, tra coloro che hanno dato prova di saggezza; 3- sia educato in mezzo ai fratelli/sorelle e non segregato in una cultura di apartheid. Formulando l?augurio che queste prerogative siano ripristinate e valgano da subito per tutti i ministri, in esercizio o non, rinnoviamo i nostri sinceri saluti e auspichiamo un proficuo lavoro per aiutare il popolo di Dio e, in esso, la gerarchia ecclesiastica, a guardarci con gli stessi occhi dei primi fratelli nella fede e di amarci con il cuore di Cristo. Perché, insieme, nella via della misericordia e alla luce dell?Evangelo di Gesù, possiamo spenderci nel cammino della condivisione con gli umiliati della storia e con gli impoveriti del mondo. Affinché il mondo creda. Un gruppo di preti sposati Roma, 17 settembre 2006

COMMENTI

19 Settembre 2006 17:57

Combattere dall'interno, come nei partiti...Dannatissime guerre di religione, dogmi e fedi...I protestanti e gli ortodossi si sposano, certo non sono cattolici, il pontefice è uno qualunque, i santi non ci sono... Ma veramente credete che la salvezza si ottenga tramite la parola? Veramente avete questa grande forza? Spero che possa essere usata con amore, senza leggi e regole create dagli uomini. Di Milingo e delle gerarchie ecclesiastiche ne ho piene le tasche... Doriana

Doriana Goracci

19 Settembre 2006 14:22

Caro Tiziano è vero che per far del bene non ce bisogno di farsi prete ma non c'è motivo per il quale uno che nella vita sceglie di professare il bene non possa condurre una vita come tutti gli altri uomini, soddisfando i propri bisogni come facciamo tutti noi.

Carmelo

17 Settembre 2006 13:32

Ma perchè mai questo dio ha creato la sessualità se poi la condanna come peccaminosa? E perchè i preti che dovrebbero essere i pastori dell'umanità non dovrebbero essere come gli altri umani? Cissà se qualcuno può spiegarlo. Alex

Alex

15 Settembre 2006 17:47

Il povero Milingo forse è rimasto vittima di uno scherzo da prete che il demonio gli ha fatto considerato che scacciava i demoni...Per quanto riguarda il matrimonio dei preti io credo che se uno vuole fare il prete deve fare il voto di castità altrimenti può sempre fare il laico sposarsi e procreare.Per amare il prossimo o fare del bene non occorre essere PRETI!!!!

tiziano

15 Settembre 2006 15:07

Ma lasciateli sposare, lasciateli liberi di far l'amore, di far figli, di avere compagne 'sti preti!!!!!!!!!! Eviteremo decine di problemi che affliggono centinaia di religiosi e che spesso creano anche vittime... Se dio esiste (io personalmente non ci credo) dovrebbe essere "Amore" e la "scopata" (scusate il termine moderno che non vuol assolutamente essere volgare) ne è la sua sublimazione! La castità è solo una nociva "malacultura" occidentale ... ; sfido a trovare un prete africano che la mette effettivamente in pratica!

pier

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