23 Dicembre
La RAI TV (Radio Televisione Italiana) è, per definizione, la nostra "televisione di stato". Questo significa che è finanziata dallo stato, e che ad esso deve rispondere sia rispetto ai contenuti che alla sua gestione. Siamo quindi noi cittadini, e noi soltanto, a pagare questo pubblico servizio di informazione. Paghiamo lo stipendio ai suoi dipendenti, paghiamo i suoi costi di gestione, e paghiamo soprattutto il costo di produzione di ogni singolo minuto che la RAI produca e metta in onda, dal telegiornale al documentario sulle farfalle canadesi. Man mano che passano le ore, i giorni, i mesi, e gli anni, tutto ciò che viene trasmesso viene a sua volta archiviato in quella che si può ormai considerare a tutti gli effetti la "memoria storica" del nostro paese. Tutto questo noi lo paghiamo in almeno tre modi diversi: tramite il canone, ... tramite le tasse (parte delle quali va a costituire l'annuale finanziamento governativo RAI), e lo paghiamo soprattutto - anche se di questo raramente teniamo conto - nel sorbirci infinite ore di pubblicità, per la quale i vari inserzionisti sborsano cifre tutt'altro che insignificanti alla rete di stato. (Siamo sempre noi a pagare queste cifre, nel momento in cui acquistiamo i prodotti pubblicizzati, che altimenti non lo sarebbero). Nonostante tutto questo, e nonostante il fatto che l'archivio RAI stia venendo progressivamente digitalizzato - e sia quindi teoricamente disponibile via Internet - noi non abbiamo alcun diritto di libero accesso ad un singolo minuto mai trasmesso dalla RAI fin dal giorno in cui è nata. Per farne un qualunque uso, seppure a scopo non commerciale, il cittadino deve mettere nuovamente mano al portafoglio in maniera sostanziale, e deve preparasi ad affrontare una trafila burocratica sufficientemente intricata da scoraggiare la maggior parte delle persone a perseguire questo obiettivo. Di fronte a questa palese ingiustizia, sembra legittimo richiedere ufficialmente che l'archivio RAI diventi accessibile via Internet gratuitamente per tutti. Questa la richiesta della petizione aperta da Arcoiris TV che trovate su questa pagina, e che invitiamo tutti caldamente a considerare di sottoscrivere. Massimo Mazzucco
29 Dicembre
La lettera di M. Mazzuco parte con una premessa sbagliata, quando dice "Questo significa che è finanziata dallo stato", perchè a finanziare sono i telebbonati ed i consumatori dei prodotti grandi marche, pubblicizzati dalle tv . Ne consegue che acquistando tali prodotti, concorrono anche indirettamente a finanziare il Caimano. Se fossi un teleabbonato firmerei la petizione, ma avendo disdettato l'abbonamento una trentina fa, non ho veste per richiedere quello che non pago. Sarei disposto a riabbonarmi a condizione che si costituisse una associazione di Utenti ed ai sensi dell'art. 43, della Cost. ne rivendicasse la gestione, oppure visto che vogliono privatizzarla, perchè non dare la facoltà ai teleabbonati di acquistare un certo numero di azioni in modo da diventare soci della Rai privatizata. Solo così si potranno estromettere le partitocrazie imperanti ed avere un'informazione ed un servizio pluralista, dove assieme agli insetti molesti come Vespa, ci siano anche, a pari condizioni, i Biagi, i Luttazzi, i Beha, i Guzzanti figli ecc. ecc. ecc., altrimenti come canta F. Califano: "Tutto il resto è noia !", e mi permetto di aggiungere: "Anche perdita di tempo e parole al vento". maranimarcel@tiscali.it
Marcello Marani
28 Dicembre
Sono totalmente d'accordo e dico anche: BASTA PUBBLICITà, BASTA PROGRAMMI CHE OFFENDONO L'INTELLETTO E IL BUON GUSTO Viola
viola
27 Dicembre
Pienamente d'accordo con l'iniziativa, aggiungo che oggi alla RAI resta soltanto il problema di come intensificare l'irrealtà televisiva portandola a una specie di irresistibile superfetazione, a una metastasi incontrollabile dei significati.
stefano rollero, artista.
27 Dicembre
Sono pienamente d'accordo, come penso lo sia la paggior parte degli Italiani, svegliamoci che è già troppo tardi!.... Antonino da Cagliari.
Antonino
27 Dicembre
Voglio aggiungere un'altra cosa.. Vedere la Pubblicità non può essere una imposizione ma solo una libera scelta. Chi vuole vedere la pubblicità se la vada a vedere altrove, non so, ad un Canale ad essa Riservato. Ora come ora la Pubblicità è da considerarsi una Prepotenza. Dove andremo a finire ? Andremo a finire che ce la imporranno anche aldilà del mezzo televisivo. Ci arriverà nelle nostre case senza chiederci il permesso. Questo futuro ahimè " è già cominciato" ! Ringraziamenti e saluti. Romolo Cappola
Romolo Cappola
27 Dicembre
Mi dà molto fastidio togliermi dalle tasche,aimè quasi vuote,soldi per finanziare programmi insulsi!E' una vergogna!
matilde
26 Dicembre
Da sempre provo un grande "fastidio" nel vedere come i soldi pubblici del canone Rai vengono malamente spesi in programmi insulsi, di parte, culturalmente e socialmente discutibili. Perchè la Rai non rende pubblici i suoi bilanci e non fa vedere ai cittadini come spende i soldi del canone e del ricavato della pubblicità ? Io non mi sono dimenticato quando una prima donna dello spettacolo con i "miei " soldi ha preteso ed ottenuto, a suo tempo, di alloggiare esclusivamente nel piu lussuoso e costoso albergo di N.Y. !
sandro.z
24 Dicembre
E' una richiesta ragionevole condivisibile che sarà certamente respita da ragioni " lobbistiche - parrocchiali" di protezione dei diritti d'autore, o altre scuse tese a tutelare la Rai in quanto impresa privata e non ente al servizio del cittadino utente. Non ti permettono di sentire una sinfonia due volte se non paghi, figurati se ti lasciano rivedere Vespa gratis senza pagare ......
Giorgio
24 Dicembre
l'uso pubblico della communicazione e del'istoria è una conquista democratica.
edosalum
24 Dicembre
mi pare un'ottima idea, chissà che la pressione degli abbonati non smuova qualcosa
beppe cremagnani
24 Dicembre
e sono pienamente d'accordo con questa iniziativa, non possono solo chiederci di finanziare pagando un canone salato e poi estraniaci da tutto.
giovanni smimmo
10 Gennaio 2007 21:46
come non essere d'accordo con mazzucco. è una vergogna di stato la R.A.I. oltre che menzoniera ,comunque per quanti di voi non lo sapessero c'è la possibilità di disdire il canone rai, cioè non pagarlo più attraverso questa associazione: WWW.CLIRT.IT è ORA DI FARLA FINITA I LAVORATORI IL POPOLO TUTTO DEVE PRENDERE LA GUIDA DEL PAESE PER PORTARLO FUORI DA QUESTA CLASSE DI POLITICI CORROTTI CHE SFRUTTA IL POPOLO , DOBBIAMO IMPARARE A SCEGLIERE OGNI MOVIMENTO E SOPPRATTUTTO CONOSCERE BENE CHI CI VUOLE GOVERNARE!!!
stefano