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4 Febbraio 2007 09:34

Ammazzateci tutti

2103 visualizzazioni - 6 commenti

di Doriana Goracci

" Caro Beppe, mi chiamo Rosanna, ho 23 anni e sono la figlia di un giudice di Cassazione calabrese ucciso poco prima di Falcone e Borsellino. Ma non è per parlare di me che ti scrivo. E' trascorso più di un anno dalle grandi manifestazioni di Locri scaturite dalla rabbia per l'omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Francesco Fortugno, ciliegina sulla torta dopo decine di delitti impuniti perpetrati nella Locride ed in tutta la Calabria. Dopo un anno e mezzo in Calabria si continua a morire, a pagare la mazzetta, a sopravvivere soggiogati dalla 'ndrangheta. Dopo un anno e mezzo noi ragazzi siamo ancora qui a combattere per contrastare ogni forma di mafia, da quella di strada a quella dei Palazzi, e riprenderci la nostra terra. ... Molto spesso ci si sente immuni al problema 'ndrangheta, finché non ci troviamo a doverne affrontare la prepotenza. Ce ne accorgiamo al momento di aprire un'attività, quando 'qualcuno' bussa alla tua porta chiedendo un 'contributo' per lasciarti lavorare, poi il 'contributo' diventerà un quarto, metà, tre quarti del guadagno dell'attività e sarai costretto o a scendere a compromessi o a chiudere ed andare via. Tutto normale, preventivato, anche se completamente assurdo. Tutto consumato in silenzio. Come quando ammazzano qualcuno a te caro e sai chi è stato, ma quel nome è troppo pesante da dire, così come diventa troppo rischioso chiedere che sia fatta giustizia, perché certi nomi sono impronunciabili. E allora si ingoiano bocconi amari e si continua la solita vita. Oppure può succedere che un giorno un ragazzo si senta umiliare dai compagni perché non ha la maglia firmata e non l'avrà mai perché in famiglia si fanno i salti mortali per arrivare a fine mese e allora, per dare una mano, per sentirsi qualcuno e farsi rispettare eccolo rivolgersi al 'capetto' di turno, eccolo ipotecare la sua vita, vendere la sua dignità per diventare 'qualcuno'. Che importa se poi rischia di finire in carcere per spaccio o per aver ucciso un uomo? Che importa se avrà buttato nel fango la sua coscienza? Perché, sia chiaro, alla fine chi ci rimette è la povera gente, non 'lorsignori'. No, quelli guardano dall'alto delle loro ville al Nord, sicuri ed al calduccio! C'è chi paga per loro. In Calabria è rimasta solo la spietata manovalanza, quella che si occupa di tenere sotto controllo il territorio e soggiogare, sostituendosi allo Stato, i calabresi. E' quella a cui ci si rivolge per comprare i propri diritti, quella che alimentiamo con l'ignoranza e la paura. ... Ed è proprio questo il senso della manifestazione che noi ragazzi del Movimento Ammazzateci tutti stiamo promuovendo per il prossimo 17 febbraio a Reggio Calabria. Noi vogliamo mettere in pratica le parole del Giudice Borsellino: "Se la gioventù le negherà il consenso anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo." Perché se continueremo a rivolgerci al 'capobastone' per ottenere i nostri diritti, se lasceremo che la 'ndrangheta continui ad interferire nelle nostre vite con arroganza e prepotenza, se ci faremo ingannare dai suoi diabolici sorrisi, non riusciremo mai a liberarci dal suo giogo. ... E' la prima manifestazione auto-convocata che organizziamo a Reggio Calabria, la prima completamente auto-finanziata, anche se non nascondo che vorremmo fare appello a tutti i calabresi, commercianti, imprenditori, mamme e papà, perché ci aiutino anche economicamente nell'organizzazione della manifestazione, vorremmo infatti chiedere una sorta di 'pizzo legalizzato', ovvero un contributo economico con tanto di certificato di acquisizione da parte loro di una 'azione antimafia' dal nostro virtuale pacchetto azionario. ... Le mafie non sono un problema solo del Sud, ma sono il cancro dell'Italia intera e, finchè si continuerà a fare il loro gioco ignorando e girandosi dall'altra parte, non potremo mai estirpare questa malattia. Per questo il nostro appello non vuole fermarsi solo ai calabresi, ma vuole essere un richiamo per TUTTI gli italiani onesti, perché c'è sempre, in ogni regione, qualcosa che prende il nome di 'mafiosità di comportamento'. E' il pensare di poter essere diversi rispetto agli altri, il pretendere di poter comprare e vendere dei diritti, il curarsi esclusivamente del proprio bene anche a scapito degli altri. Abbiamo attivato un blog per la manifestazione, lì potrete trovare tutte le informazioni utili "work-in-progress" fino al 17 febbraio. L'indirizzo è http://17febbraio.ammazzatecitutti.org Un mio, seppur virtuale, abbraccio." Rosanna Scopelliti figlia del giudice Antonino, ucciso da Cosa Nostra a Campo Calabro (RC) il 9 agosto 1991. Movimento "E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI" giovani uniti contro tutte le mafie www.ammazzatecitutti.org

COMMENTI

7 Febbraio 2007 20:59

Ricordare fatti e, soprattutto, persone della statura di Scopelliti, Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tutti gli altri caduti mentre adempivano al loro dovere, vuol dire recuperare la memoria, essere consapevoli delle azioni e delle ragioni che le ispirano. Fino a quando in Calabria ci sono ragazzi con la vostra passione e il vostro impegno sono convinto che la paura e l'ignoranza, a poco a poco, cedano dinanzi agli obiettivi che voi perseguite.

Giuseppe

6 Febbraio 2007 16:02

....ho letto ,trattenendo il respiro ,la lettera lucida ed appassionata della figlia del Giudice Scopellitti .Nella mia scuola ,nel mio liceo nella verde Ciociaria,dal giorno tremendo delle ultimi stragi di mafia,,campeggiano grandi le foto dei giudici uccisi.Ogni nuovo anno i ragazzi appena iscritti sostano davanti alle foto gigantesche e chiedono di chi siano quei volti e fanno domande.Ogni nuovo anno.

Paola

6 Febbraio 2007 12:22

La solidarietà a questa giovane vita, così tanto duramente provata, è totale ed incondizionata e il 17 di questo mese il mio cuore idealmente correrà in questa Manifestazione di Popolo. Ciononostante, ritengo che la lotta alla mafia non faccia solo più a capo alle classiche regioni del sud, come pure alle abberranti manifestazioni di crudezza, ma vada ben oltre, annidandosi fin dentro le istituzioni. Anch'io la vivo direttamente questa battaglia, e chi vorrà potrà leggermi in questo sito: http://www.altrementi.org/modules/openzone/article?storyid=896&title=una+storia+allucinante+e+profondamente+ingiusta chiunque, se vorrà potrà rispondermi al'indirizzo: g.vallesi@emali.it

Giovanni Vallesi

6 Febbraio 2007 08:47

LA NDRANGHETA E' NATA IN CALABRIA E POTRA' ESSERE SCONFITTA SOLO DA NOI CALABRESI. ILLUDERCI CHE IL PROBLEMA POSSA ESSERE RISOLTO A ROMA O AL NORD E' SOLO PERDITA DI TEMPO. CI OCCORRE LA SOLIDARIETA' DEGLI ALTRI ITALIANI, MA E' IN CALABRIA CHE VA AFFRONTATO QUESTO CANCRO SOCIALE. COSI' COME LE MAZZATE ALLA MAFIA SICILIANA LE HANNO DATE SOLO I GIUDICI SICILIANI. ANCHE SE COSTA SANGUE...

ANTONIO

6 Febbraio 2007 07:08

se ancora piangono i figli del passato e altri del futuro, io son passata senza fare molto.. eppure li vidi e li vedo oggi .. chiedo scusa se ancora non posso fare molto ma almeno pongo ai piedi di questa lettera che accomuna tanti giovane speranze la mia umile firma adriana battist

adrianabattist

5 Febbraio 2007 22:56

Le parole di Rosanna Scopelliti mi hanno fatto ribrividire. Penso che la mia unica figlia, che tra qualche mese avrà 18 anni, se le cose continueranno in questo modo non potrà mai attuare il suo progetto imprendidoriale e quindi la sua delusione sarà molto dura. Mi associo alla lotta per creare un futuro ai giovani

Eddy

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