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27 Ottobre 2008 09:29

Termovalizzatori sì o no? La parola a Paul Connett

722 visualizzazioni - 0 commenti

di Francesco Bertolucci

- PIETRASANTA - Dopo il caso Napoli, in Italia si parla molto degli inceneritori, o termovalizzatori che dir si voglia, come soluzione per il problema rifiuti. In merito, si aprono spesso dibattiti sulla loro eventuale pericolosità per la salute o sul fatto che possano esistere alternative. Abbiamo chiesto lumi sulla vicenda ad una autorità del settore, il docente statunitense Paul Connett, professore emerito di Chimica presso la St Lawrence University di New York, intervenuto ad una conferenza a Pietrasanta, dove peraltro vi è un inceneritore, sulla gestione dei rifiuti. Professore, gli inceneritori, sono la soluzione? "Obiettivamente, si dovrebbe dire: 'Abbiamo provato ad usare gli inceneritori ma non ha funzionato'. Gli inceneritori, anche se funzionano, sono uno spreco di denaro pubblico, di preziose risorse materiali, di energia, di una opportunità per ridurre il riscaldamento globale ed i gas serra ed in più, come se non bastasse, producono ed immettono sostanze tossiche nell'atmosfera". Sostanze tossiche? Umberto Veronesi ha detto che gli inceneritori non danno nessun rischio per la salute.... "Sono 23 anni che faccio ricerche sugli inceneritori e posso affermare che questo non ha nessuna base scientifica. Più che da fondamento scientifico, la frase di Veronesi viene fuori dal suo esser associato, tramite la Fondazione Veronesi, con Veolia Environment, una delle più grandi ditte costruttrici di inceneritori al mondo. Per quello che ha detto, Veronesi dovrebbe chiedere scusa al popolo italiano in diretta tv ed in prima serata!" Qualche caso della loro pericolosità? "Guardi, non occorre nemmeno andar tanto lontano. Nelle famiglie della zona residenti vicino al locale inceneritore del Pollino, il 67% dei morti familiari avvenuti negli ultimi dieci anni è dovuto ad un tumore. Non credo sia una cosa che accade tanto normalmente..." Di preciso, cosa produce un termovalizzatore di dannoso? "Nanoparticelle di metalli. Non si notano, sembra di vivere senza ma, sono moltissime. Faccia conto che, ad esempio, 3-4 tonnellate di rifiuti non trattati bruciati, producono circa una tonnellata di ceneri tossiche. Secondo numerosi studi queste nanoparticelle, portano a malattie quali asma bronchiale, allergie, bronchiti acute e croniche, enfisema polmonari e tumori polmonari. Inoltre, stando a delle ricerche pubblicate sul The New England Journal Medicine del 2007, comportano anche problemi cardiaci, sopratutto nelle donne in post menopausa." Ma, non ci sono appositi filtri di depurazione negli inceneritori? "Le nanoparticelle, non sono catturate in maniera efficiente dai filtri di depurazione di un inceneritore. Ne consegue che, una volta espulse fuori da esso, viaggiano a lunga distanza, restano a lungo nell'aria e, una volta respirate, possono attraversare le membrane dei polmoni e finire nel sangue, oppure attraversare la membrana sanguigna del cervello e lasciarvi aggregati di Piombo, Bario, Cromo, Ferro e Silicio". E se non le respirassimo? "Vede, così come nell'uomo, queste tossine si accumulano nel grasso animale. Se, per esempio, una mucca le respira e noi ne beviamo il latte, è provato che, un litro di questo latte corrisponda alla dose di diossina che respireremmo stando vicino a questa mucca per 8 mesi. Se per caso invece, li respiriamo, nella migliore delle ipotesi si anniderà nel nostro grasso. In questo caso, un problema ulteriore verrà fuori se si è una donna". Cioè? "Se una donna che è vissuta in una zona vicina ad un inceneritore rimane incinta, nei nove mesi di gestazione 'regalerà' al feto ben 20-30 anni di tossine". Terribile. Cosa può comportare nel bambino? "Danni al sistema nervoso, allo sviluppo... pensi in peggio e sarà sulla buona strada". Per i politici però, producono forza lavoro... "Cosa? Le faccio un esempio. L'inceneritore, o termovalizzatore che dir si voglia, realizzato a Brescia, è costato 300 milioni di euro ed ha prodotto 80 posti di lavoro. Mi sembra che il rapporto, sia risibile. Se vogliamo rimanere esclusivamente a parlare a livello economico, provi invece a pensare a tutto ciò che comporta, in termini economici, riciclare. Una cosa che, se bruciata, non mi dà niente, se riciclata, riutilizzata e quindi rivenduta, produce denaro. E, di conseguenza, numerosi posti di lavoro. Se invece vogliamo guardare al piano energetico, una combinazione riuso, riciclaggio, compostaggio, rende 3 o 4 volte l'energia che si può avere da un termovalizzatore". L'alternativa all'inceneritore qual è? "Centrali di riciclaggio coadiuvate dalla separazione dei rifiuti alla sorgente ed al porta a porta. Con queste centrali, che esistono già al mondo come ad esempio quella di Nova Scotia in Canada, si può arrivare al 95% di riciclaggio dei rifiuti prodotti. Se le industrie non producessero manufatti in materiali irriciclabili poi, si arrivarebbe al 100 % senza problemi". Basta il riciclaggio da solo? "Bisogna anche riutilazzare, decostruire, far si che vi sia una responsabilità industriale a monte, quella della comunità a valle ed una buona leadership politica che coniughi queste cose. A questo, bisogna aggiungere una forte normativa in merito, un adeguato monitoraggio ed una forte applicazione delle leggi. Ovviamente però, dobbiamo cambiare mentalità. Non dobbiamo pensare al modo migliore per distruggere i rifiuti, dobbiamo trovare il modo di non produrli". Francesco Bertolucci

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