"Lo sviluppo di un’identità collettiva aiuta a rafforzare e rendere partecipe tutta la collettività; e questo è fondamentale per potere combattere sia le ingiustizie e la violenza compiuti dai paramilitari e dai guerriglieri delle Farc, sia l’indifferenza che il governo dimostra nei confronti delle comunità indigene, dove fame, povertà e sopratutto violenza sono all’ordine del giorno". Questo il messaggio di Gilberto Muñoz Coronado, sindaco del municipio colombiano di Corinto, nella Regione del Cauca. Che insieme a una delegazione di colleghi amministratori pubblici e rappresentanti delle comunità indigene in lotta di pace, è stato recentemente in Italia per denunciare la difficile situazione vissuta dalle popolazioni indigene del nord della Colombia, strette tra la guerriglia delle Farc e i soprusi del Governo centrale. Un situazione difficile, dalla quale, secondo la collega Enelia Salinas Chivatá, sindaco del municipio di Caldono, è possibile uscire solo grazie alla partecipazione attiva della società civile locale e all’appoggio internazionale, attraverso la pressione diplomatica dei paesi stranieri sul governo colombiano. «Affinché guerra, inciviltà, soprusi e disinteresse – sottolinea Enelia Salinas Chivatá - possano esseri messe da parte per costruire un paese in cui siano finalmente le persone a decidere sul proprio futuro».
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