NADiRinforma incontra Matteo Scanni, Leonardo Brogioni e Angelo Miotto, registi de “L'Italia chiamò”, documentario che affronta lo spinoso problema delle conseguenze cui sono sottoposti i militari italiani che hanno partecipato alle missioni di pace in Bosnia, Kosovo e Irak, conseguenze derivanti dalla contaminazione da uranio impoverito, tumori (per lo più linfomi di Hodgkin, senza risparmiare altri organi emuntori) che hanno colpito in maniera invalidante 2500 persone e che ne hanno uccisi più di 160. Come ammettono carichi di emozione i registi: “giovani militari, in divisa. Chi per passione, che per necessità economica, mandati a combattere senza osservare le necessarie precauzioni, anche se ministri e generali conoscevano i rischi cui sarebbero andati incontro. Il nemico invisibile è la radiazione, la polvere sprigionata dai proiettili all'uranio impoverito, caduti a pioggia su Bosnia, Kosovo, Irak. o esplosi nei poligoni di tiro italiani. Quattro storie viste nella quotidianità di chi è guarito, di trattamenti sfinenti di chemioterapia, di capelli e fiducia persi nella negazione continua delle istituzioni, di chi è rimasto senza un figlio e in casa non ride più da anni. Quattro soldati mandati a svolgere ‘il loro dovere'. Ma la missione più rischiosa non era sotto il fuoco nemico”.
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