Il reporter inglese Tim Hetherington ha vinto il Rory Peck Award – il prestigioso premio per i giornalisti freelance – con un documentario sulla guerra in Afghanistan. L'aspetto siginificativo di questa notizia è il taglio molto particolare del filmato, che mostra i soldati nella loro più cruda realtà quotidiana fatta di paura, di sudore, e a volte anche di lacrime. Il fatto di voler premiare un lavoro che punta decisamente il dito sull'assurdità della guerra, indica una chiara volontà di invertire la rotta rispetto al periodo di Bush e Blair, in cui i media ci propinavano il presidente americano vestito da aviatore, che atterrava sulle portaerei come un eroe dei fumetti. I media servono a propagandare le guerre di conquista, quando la popolazione senta la necessità impellente di difendersi – da un nemico che ovviamente non esiste, ma che essa percepisce come reale - ma fortunatamente sanno anche mostrarne l'aspetto più brutale e repellente, quando cominci a prevalere, nella popolazione stessa, il desiderio di porvi fine. Era accaduto così per il Vietnam, e ci si augura che questo premio sia il segnale di una inversione di rotta che ormai la maggior parte del mondo sente come necessaria, se non addirittura urgente e improrogabile.
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27 Novembre 2008
00:21
angelo