Ogni 17 novembre ragione e sentimento si rivolgono al Politecnico di Atene per ricordare la rivolta degli studenti e dei giovani contro la tirannia della dittatura Greca. Avevo 12 anni quel novembre del 1973 e mi ricordo, come se fosse oggi, la voce proveniente dalla radio "Qui Politecnico...Qui Politecnico...".
Ricordo la gente che scendeva dagli autobus con gli occhi gonfi spruzzandosi addosso del succo di limone per riprendersi dai lacrimogeni e trovare un po' di beneficio. Sono passati molti anni da allora e oggi, dopo aver visto tanti festeggiamenti e partecipato ad altrettante manifestazione per il Politecnico, cerco di tornare con la memoria sulle terre dei miei ricordi, trovare un equilibrio per le mie emozioni, e provare a mettere in ordine cronologico le varie vicende che si susseguirono. Il lontano colpo di stato dei colonnelli del 1967, ed i seguenti sette anni di dittatura militare, furono la conseguenza dell'anomala situazione politica sviluppatasi nel dopoguerra. Grazie agli accordi di Yalta, secondo i quali l'influenza politica nella penisola spettava per il 70% agli USA e per il restante 30% ai sovietici, gruppi cospiratori di destra e di sinistra fomentarono le tensioni sociali già esistenti, sfociarono inizialmente nella guerra civile greca combattuta dal 1945 al 1949, che terminò con la sconfitta della sinistra. Le dure repressioni interne che seguirono insieme ai successivi governi deboli e precari, travagliati da continue accuse di corruzione ed inefficienza, permisero ad enti extranazionali, come la CIA, di operare tranquillamente sul territorio ellenico.