’era una volta, tanto tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un piccolo topolino di nome Semola. Semola era un topolino molto birichino e tutti i suoi compagni gli raccomandavano di imparare presto la buona educazione.-Io non voglio essere un topolino educato! Io voglio diventare un topo boss!Diceva Semola mentre continuava con i suoi scherzi in giro per il paese. E sparava con i suo baffi appuntiti e il suo muso da topo, rompeva i coglioni ai topi degli altri e soprattutto sognava… sognava con topo Cirillo, topo Letizia, topo Spagnuolo, sognava di diventare come i suoi eroi Sandokan Schiavone e Cicciotto ‘e mezzanotte Bidognetti, i due topi boss che da buoni topi rosicchiano intorno al frutto della dignità finché non ci si accorge che è rimasto solo il torsolo. Sono una razza strana i topi di Gomorra: cominciano da ragazzini come tutti i topi a giocare a flipper all’azione cattolica ma poi si fanno prendere troppo la mano dalle gare di guardie e ladri. E scavalcano a martellate i propri limiti da topo sulla pelle degli altri.-Topo Semola, fai attenzione, gli amici seduti sulle pistole durano solo finché non si scaricano.Gli diceva Topo Saggio.-Non è vero! Io sono il capo! E i miei amici hanno bisogno di un capo!Ma nel mondo dei topi di Gomorra i capi sono vuoti a rendere e in giro c’è sempre qualche Topo Monezzaro che per un soldo di cacio ti insabbia sotto qualche orto. Semola già una volta l’avevano preso al gioco del giro perché aveva barato e si era preso la penalità della galera, come a Monopoli. A forza di toccarsi mentre si guardava a fare il boss però aveva finito di far vedere che era diventato quasi cieco, anche se i bene informati dicono che non gli sia caduto il pisellino. Quasi cieco ma pisellato era scappato e tornato di nuovo in gara. Il tipico caso di svista, quando a Mafiopoli si chiude un occhio.-Ha barato! Non vale! Non può rientrare nel gioco!-Sì che vale! Sono Topo Semola e arriverò sempre più in alto, lì dove merito di stare!Ma l’amicizia tra i topi di Gomorra dura il tempo di uno sparo e piano piano anche i topamici più fidati cominciavano a stancarsi perché se non servono troppi capi in un gioco dove non ci sono regole.Ma l’amicizia tra i topi di Gomorra dura il tempo di uno sparo e piano piano anche i topamici più fidati cominciavano a stancarsi perché se non servono troppi capi in un gioco dove non ci sono regole. E l’amicizia scende appena dopo a quando scende la cocaina.Un giorno tropo Semola era stiracchiato nel suo covo con una fetta di formaggio con i buchi e da lontano si sente che bussa la polizia.-Ma non vale! Non era arimo? Chiede Semola-Arimo sta cippa! Disse l’unico amico che gli era rimasto a dividere il covo con Semola e la moglie, ma non la moglie.Cominciarono a correre che sembravano dei topi a reazione e scesero giù per il tombino sotto il letto che gli aveva costruito su misura l’Istrice Ficcabuchi.Corrono, corrono e arrivano nelle fogne di Mafiopoli: Semola, il suo ultimo amico e intorno tutta la pupù. Ma non la moglie, che per spegnere il fuoco sotto la caponata si era fatta arrestare.-Che schifo! Andiamo subito via di qui! Non possiamo stare nella fogna! Sono un topo civilizzato.Ma qui Semola sbagliava. Caro Semola ogni cosa al suo posto, come diceva Topo Saggio, e non è normale che un topo si metta a sognare di continuare a scavalcare senza ricordare che un gioco sleale finisce con lo sciacquone. E così la favola di topo Semola finisce proprio male, una favola nel cesso, una favola anormale, come Via col Vento che finisce che s’infischia o peggio ancora i Promessi Sposi che per il catering sono costretti a rimandare il rituale. E la morale? Cum grano salis.[audio casalesi]
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