Petra Reski è un’affascinante e coraggiosa giornalista tedesca, da molti anni inviata di Die Zeit in Italia. Tra lei e il fenomeno mafia è stato, si fa per dire, amore a prima vista. E’ stata più volte nei luoghi fisici della ‘ndrangheta, della mafia siciliana e della camorra, osservando, indagando, incontrando e intervistando la gente del posto, i personaggi del malaffare e i loro antagonisti nella lotta per la legalità. Petra è testimone, lungo gli anni della sua indagine, della metamorfosi delle cosche in multinazionali di successo, che non risparmiano nessun contesto geografico e sociale. Da tempo, già prima della strage del 2007 a Duisburg, nel nord della Germania, frutto di una faida tra famiglie calabresi, la giornalista ha denunciato, spesso inascoltata dai connazionali, le infiltrazioni diffuse e gli affari colossali in territorio tedesco del crimine organizzato italiano, alla vorace ricerca di nuovi territori per gli investimenti e il “lavaggio” del denaro sporco. Poiché -spiega- in Nord Europa la mafia è percepita come lontana, un fenomeno quasi folklorico di arretrate regioni del Sud Italia.Ha da poco dato alle stampe “SANTA MAFIA”, pubblicato in Italia da Nuovi Mondi e reso tristemente famoso dalla censura imposta dalle autorità tedesche su alcune pagine riguardanti i legami tra mafiosi e mondo degli affari in territorio teutonico. Nel libro Petra interpreta, con una prosa gonfia di vissuti personali e di suggestioni narrative, le vicende di sangue, di affari, di politica, e di religione di cui la criminalità organizzata è protagonista assoluta. Giampaolo Paticchio l’ha intervistata a Roma per Arcoiris Tv, in occasione di CONTROMAFIE (23/25 ottobre 2009), ripercorrendo con lei i passaggi e le conclusioni cruciali di “SANTA MAFIA”.
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