Il “metamodello II” ci permette di vedere la realtà in modo unitivo e non più separativo, come ci ha abituato il pensiero scientifico da Bacone in poi. Se osserviamo la realtà in profondità emozioni come la paura, la rabbia, la tristezza non sono “mie” o “tue” ma sono come “danze” o “forme d'onda” impersonali. Non si può dire che la nota LA è mia o tua: esiste il LA. Sarebbe una sorta di distorsione percettiva, di ipnosi. Non più la mia paura, ma la Paura. Il metamodello II ci aiuta a cambiare la nostra percezione del mondo dalla “piccola mente” alla “grande mente”.Guarda la
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