Un luogo comune, ripetuto sino allo sfinimento da coloro che sono contrari all'adozione da parte di coppie gay e lesbiche -- accanto a quello che vuole che un bambino debba avere un padre e una madre altrimenti cresce male -- è quello che la società non è ancora pronta, che l'adottato si troverebbe a dover subire umiliazioni e canzonature di ogni genere da parte dei compagni di banco e discriminazioni da parte degli adulti. Su questa falsariga si muovono i più grandi pensatori attualmente viventi, dalla Ferilli a Rosy Bindi, passando per le teorie scientifiche di Lorella Cuccarini fino al primo dei tronisti della De Filippi e all'ultimo dei nostri orridi parlamentari.La morale della favola è semplice: siccome la società è una merda, allora invece di migliorarla facciamo in modo che gay e lesbiche non possano esercitare il diritto alla genitorialità. Un po' come dire, nel Sud Africa degli anni ottanta, che siccome i bianchi erano razzisti era meglio che i neri non reclamassero o esercitassero i loro diritti. Anche quella società, a ben vedere, non era pronta...Faccio questa premessa per tentare di spiegare un fatto diverso nella sostanza, ma non nella dinamica.A partire da stasera a Roma, e più precisamente alla Sapienza, si sarebbe dovuta svolgere una rassegna di film a tematica GLBT: Queer in Action. Il rettore, tuttavia, ha deciso di annullare l'evento. Le motivazioni? Dapprima per i mancati permessi -- e qui il rettore dovrebbe spiegarci come fai ad annullare qualcosa alla quale non hai mai acconsentito -- quindi è emersa la verità. Parrebbe che organizzazioni di estrema destra abbiano promesso legnate agli avventori della rassegna. Il magnifico rettore Frati, dal canto suo, ha dato un segnale forte e inequivocabile: ha annullato l'evento. Dando, di fatto, ragione a chi, sempre per supposizione, voleva picchiare gay, lesbiche, trans e eterosessuali (si, anche loro) che si fossero avventurati a vedere le pellicole.Tradotto: si reclama o esercita un diritto, arriva lo stronzo di turno che vuole discriminarti per l'esercizio del diritto in questione -- adozione o visione di un film poco importa -- e invece di risolvere il problema, si abolisce il diritto stesso.La sapienza, il cinema gay, le botte dei fasci e il rettore come la CuccariniE a morale di tutto, mi limito a dire che non so cosa sia più preoccupante e cioè se ancora oggi possa esistere gente che minaccia la tua integrità fisica e morale per questioni siffatte o che il rettore di una delle più prestigiose università italiane e del mondo dimostri di avere lo stesso spessore intellettuale di una show-girl.
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