Lo spettacolo, interpretato e musicato da Luca Privitera e Elena Ferretti, è frutto di una rivisitazione degli stessi scritti di Vik, parole imbrattate di sangue, di fosforo bianco, di schegge esplosive, di barriere, di volti segnati dalla sofferenza, di mani distrutte dall’odio che restituiscono immagini e sensazioni a noi normalmente lontane.