Sabato 8 settembre 2012Poveri non si nasce, lo si diventa. La povertà è un “prodotto” della società. Piuttosto che di poveri bisogna parlare di impoveriti. Negli anni ’50-’80 i paesi scandinavi sono riusciti a creare delle società senza poveri, perché lo hanno voluto e perché hanno creduto nell’uguaglianza tra tutti i cittadini rispetto al diritto ad una vita umana dignitosa. Negli Stati Uniti, invece, il numero di impoveriti non ha cessato di crescere (oggi supera i 50 milioni su 300) perché si tratta di una società fondata sulla disparità "naturale" tra i cittadini anche rispetto ai diritti umani e sociali formalmente riconosciuti.“Dichiariamo illegale la povertà” significa batterci per mettere fuori legge le cause strutturali che generano ed alimentano i processi d’impoverimento di interi popoli, gruppi e categorie sociali.organizzata da:Casa della Solidarietà-Rete Radié Resch di Quarrata (Pistoia)LiberaUniversità del Bene ComuneAss. Monastero del Bene Comune (Verona-Sezano)intervengono:don Luigi CIOTTI, Gruppo Abele, LiberaRiccardo PETRELLA, Università del Bene ComuneAntonietta POTENTE, suora domenicana, BoliviaBruno AMOROSO, economistaAntonello MANGANO, scrittore e fondatore di
www.terrelibere.orgRobin COUTURE, presidente di "Per un Quebec senza Povertà"Visita il sito:
www.rrrquarrata.it