La sicurezza è il nostro motto. E' questa la scritta che campeggia all'ingresso del porto di Alang. Con i suoi 127 cantieri, Alang Gujarat è il più grande bacino del mondo per lo smantellamento delle navi. Qui, ogni giorno, circa 80.000 lavoratori scarnificano le carcasse metalliche d' immensi natanti. Spesso a mani nude o con strumenti rudimentali. Sempre, senza l'ausilio di alcun presidio sanitario.
Amianto, diossine, olii esausti, Pcb... molte delle navi che arrivano qui contengono sostanze tossiche, radioattive, nonostante i divieti. Gli incidenti sono all'ordine del giorno. La mortalità altissima, circa 360 decessi l'anno.
I sindacati indiani per la prima volta provano ad intervenire, a dare voce a coloro che per definizione non ne hanno.
Il nostro viaggio tra i workers indiani inizia qui e prosegue tra i lavoratori del cotone e dello zucchero in Gujarat, tra i metalmeccanici della TATA-Fiat in Bengala, dove i contadini sono stati costretti con la violenza , lo stupro, l'omicidio a vendere le proprie terre alla multinazionale Italo-Indiana.
Alle voci dei sindacalisti indiani si alterneranno le testimonianze di Mahasweta Devi, una delle più autorevoli scrittrici indiane, di Satya Sagar, giornalista di Times of India, e della scienziata indo-americana Payal Parek.
Regia: Tommaso D'Elia
Montaggio: Luca Onorati
Produttore esecutivo : Ugo Adilardi
Produzione: Paneikon 2010
28 Dicembre 2020
12:10
Se vogliamo che la sinistra in questo paese abbia un futuro è importante che chi vuole rappresentarla lo veda. Certo che le cose le sanno benissimo ma sentirsele dire in faccia è diverso.
LAURA INCANTALUPO