Non chiedermi come sei nata, Annarita Briganti, Cairo, p. 199 (13 euro)
Il racconto di un anno di vita che comincia con una perdita --un aborto-- e finisce il 24 dicembre con una speranza --una fecondazione. A sperimentare i tormenti medici ed emotivi di questo percorso è Gioia Lieve. Sulla soglia dei quaranta, giornalista freelance (ovvero precaria part time) fidanzata con Uto. Per lui si è trasferita a Milano da Roma, anche se i due vivono in case separate (lui in un loft che non accenna a lasciare). Gioia non sa di aspettare un figlio fino quando non lo perde e da questo momento non fa altro che desiderarlo. Solo che deve fare i conti con un corpo che non collabora, un uomo egocentrico, una legge ottusa (la legge 40) e un Paese bigotto. Un coraggioso percorso a ostacoli tra visite specialistiche, esami, terapie ormonali ma pure tradimenti, risate e cene mondane per interrogarsi su quello che significa diventare o no genitore. Per tutti quelli che a trent'anni si vedevano con un posto fisso, sposati e con un figlio e no, non sono riusciti a ottenere nessuno dei tre.