Invitato da Emergency in Italia per partecipare con Gino Strada a un dibattito sulla guerra (online su Arcoiris), Howard Zinn, storico pacifista statunitense, espone in questa intervista la sua interpretazione della storia del suo paese. Rovesciando totalmente la storiografia tradizionale, Zinn mette in primo piano non i presidenti e i padroni del vapore, ma il popolo che da costoro è stato per secoli represso: prima gli indios, poi i neri, poi i lavoratori, le donne... la storia degli Stati Uniti risulta così una successione di eventi che hanno soffocato via via le spinte alla ribellione, costruendo un paese che si regge su aggiustamenti continui del patto tra le classi al potere, che di volta in volta, a seconda dell'obiettivo, incorporano gruppi e minoranze, separandole dalle altre. Usando la menzogna dell'interesse comune e dell'unità del paese, veicolata dallo strumento del consenso popolare, ottenuto e consolidato -soprattutto negli ultimi decenni- grazie al controllo dei media. Ma Howard Zinn, grande intellettuale e teorico della disubbidienza civile, non è senza speranze: dal Vietnam in poi, vede un'ondata di nuovo radicalismo ancora viva.
Appena pubblicata, la sua 'Storia popolare degli Stati Uniti' ha venduto in patria oltre un milione di copie. In questi giorni è uscita anche l'edizione italiana per i tipi del Saggiatore.
Arcoiris ringrazia la traduttrice Marina Astrologo
1 Luglio 2005
13:14
Avete intervistato il più grande storico prgressista radicale vivente e gli avete fatto domande ovvie e banali. Uno spreco e noioso.
marisa paglia