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Catena per la pace

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Il reportage della CatenaPerLaPace. Una iniziativa che si è svolta a Marina di Ravenna per dire "no alla guerra e no al terrorismo", con più di 4.000 persone che hanno formato un lunghissimo serpentone multiculturale sulla battigia della riviera ravennate.
Il servizio è stato realizzato dalla redazione di www.ravennainforma.com. Regia di Gianfranco Mascia.

Visita il sito www.ravennainforma.com

4 commenti


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19 Agosto 2005
16:37

Il problema non è il "protagonismo" di chi ha realizzato questo filmato o la cronaca di quanto è avvenuto.il problema è che in italia si vedono le stesse cose da sempre ma non hanno cambiato niente. Smettiamo di poter pensare alla politica dei cambiamenti culturali. Se ne fregano i venditori di armi se andiamo in 10 milioni sulla spiaggia a gridare quanto è brutto il mondo! Finchè ci saranno persone trattate come bestie, guerre, torture di massa, menzogne e sfruttati nel mondo Karl Marx e Lenin vivranno nei nostri cuori e nelle nostre menti. Nesssun lavaggio mentale, nessuna dittatura, nessuna tortura potrà soffocare la nostra lotta per la libertà. Proletari di tutto il mondo unitevi!

Maria

19 Agosto 2005
14:57

Caro Mauro, hai perfettamente ragione. In un vero reportage il giornalista dovrebbe sparire completamente. Ma questo è stato, ti assicuro, un caso. Il problema è che, per mancanza di persone perchè in ferie, in realtà la catena è stata davvero pensata e realizzata in pochissimi. E tra quei pochissimi c'ero io, che ho anche curato il reportage. Non avrebbe avuto senso non mettere le immagini della conferenza stampa iniziale, perchè non si sarebbe capita l'iniziativa. Anch'io, appena finito il montaggio, mi sono detto, caspita vine fuori un "one man show"! Ma, ripeto, non potevo fare in altra maniera. Se guardi gli altri servizi da me realizzati, lo spirito è completamente diverso. Comunque sia ti ringrazio per i complimenti.

Gianfranco Mascia

19 Agosto 2005
11:15

Sicuramente un'iniziativa importante, complimenti ai promotori e agli organizzatori... però... peccato che sembri un "only man show": organizzatore, coordinatore, portavoce, intervistatore, regista... la vera star della catena! Forse sarebbe bello dare visibilità in modo equilibrato a tutti coloro che hanno lavorato. Il rischio è sempre quello della personalizzazione, del protagonismo di un individuo su tutti gli altri. Cerchiamo di non ripetere in piccolo i meccanismi della politica-spettacolo! Ancora complimenti Mauro

mauro marinari

16 Agosto 2005
14:32

Negli usa durante l'aggressione al Vietnam vi furono centinaia di manifestazioni pacifiste ma questo non impedì i bombardamenti sul Vietnam.Gli usa si ritirarono dal Vietnam solo ed unicamente per la Resistenza dell'eroico popolo vietnamita.Solo mobilitando la classe operaia, i lavoratori è possibile attraverso scioperi e boicottaggi aiutare i popoli a liberarsi dalla tirannia.Purroppo c'è una preoccupante regressione nella politica italiana: si pensa che la questione dello sfruttamento capitalista ed imperialista sia solo o prevalentemente una questione culturale.Mi dispiace ma è una questione che rigurda i rapporti tra capitale e lavoro e fino a quando non capiremo che il marxismo ed il comunismo sono la sola possibilità per ottenere pace, democrazia e diritti, vedremo ancora altri governi prodi e berlusconi. VIA L'ITALIA DA NASSIRYA!

Alberto