Il Cilento. 200.000 stupendi chilometri quadrati fra mare e monti. Se si fosse ricordato di come l’aveva fatto Cristo non si sarebbe fermato ad Eboli. Qualcosa di assimilabile l’aveva detto Gregorovius a proposito di Napoli. E la sua affermazione si può ben parafrasare per il Cilento. Questa meraviglia naturale ma anche ricca di prodotti della cultura materiale dagli “scavi” di Velia alla Certosa di San Lorenzo a Padula doveva essere tutelata dagli esseri umani e per gli esseri umani. Per farlo nel 1995 fu istituito un Parco nazionale.
Non ce ne sarebbe bisogno se, come dice Pievani, domattina non ci fossero più esseri umani. Ma soprattutto non ce ne sarebbe bisogno se gli esseri umani sensibili all’esistenza di un simile bene comune lo proteggessero in proprio per sé e per chi verrà dopo.
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