Perché io vivo ancora?
La poesia, Giobbe, la Shoah
Per non dimenticare 2021
Perché ricominciare da Giobbe? si chiedeva Primo Levi.
Nella figura del «giusto oppresso dall’ingiustizia», la poesia che ha accettato, come suo destino ineludibile, la prova di dare voce all’esperienza indicibile della Shoah, ha riconosciuto la sua figura di elezione. Nelle dissonanti, elise, musiche del linguaggio, ferito, forzato, sfinito, per aprirsi ad accogliere testimonianza del male gratuito e inaccettabile, risuonano i differenti accenti dell’antica voce che aveva posto, nella sua domanda, «le domande di tutti i tempi, quelle a cui l’uomo non ha trovato risposta finora né la troverà mai, ma la cercherà sempre».
Per non dimenticare l’urgenza bruciante di questa interrogazione, la Fondazione Giorgio e Lilli Devoto e l’Associazione Musica&Cultura San Torpete, invitano all’ascolto del dialogo tra il Libro di Giobbe e alcune delle sue brucianti riletture novecentesche, da Paul Celan a Nelly Sachs, da Primo Levi a Yvan Goll, in contrappunto con la sua rappresentazione musicale secentesca nel toccante oratorio di Giacomo Carissimi.
Passi dal Libro di Giobbe
Testi di Paul Celan, Yvan Goll, Primo Levi e Nelly Sachs
Scelti e presentati da Caterina Fasce
Letti da Roberto Tomaello e Irene Villa
Giacomo Carissimi Historia di Hiob
Interpretato da Andrea Lanzola, Nicola Ferrari, Sofia Pezzi, Silva Trosti
A cura di Giorgio Devoto, don Paolo Farinella, Anna Laura Messeri
Visita: palazzoducale.genova.it