Dopo la drammatica guerra che ha infiammato i Balcani, coinvolgendo
centinaia di migliaia di civili innocenti, la piccola repubblica del Kosovo
sta vivendo un periodo di pace fra numerosi motivi di tensione. Un paese da
sempre al centro di interessi subdoli e traffici illegali di ogni tipo, che
vede una forzata convivenza fra serbi cristiano-ortodossi e albanesi di fede
musulmana.
Il reportage fotografico mostra come i soldati italiani e della Kfor
internazionale vivono in Kosovo nel periodo della ricostruzione sociale e
politica, il cui termine appare ancora ben lontano. I segni della guerra, i
volti della gente, le operazioni di polizia militare alla ricerca di armi,
un paese sconvolto dai bombardamenti e dagli strascichi dell'uranio
impoverito, il "Villaggio Italia" di Peç, gli antichi monasteri delle
enclavi serbe che, pur dichiarati patrimonio dell'umanità dall'Unesco, sono
luoghi a rischio in quanto simboli di una fede contrastata dalla maggioranza
albanese.
Anche se oggi l'attenzione internazionale è monopolizzata dalla situazione
irachena, non bisogna dimenticare che in Kosovo e nei territori adiacenti,
la situazione è solo apparentemente tranquilla, e pochi signori della droga
e del mercato clandestino di armi ed esseri umani dominano incontrastati in
un paese allo sbando, con un tasso di disoccupazione altissimo, criminalità
dilagante e analfabetismo diffuso. Per l'Italia e i paesi membri della
missione internazionale un impegno che si preannuncia ancora lungo e
difficile.
Cortesia di Roberto Roggero
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Roberto Roggero