Ombretta Prandini + Giuliana Pennacchio | Re-Inventare la Scuola | L’evento drammatico del Covid ha segnato la comunità educante con una ferita. In questi mesi di chiusura forzata la scuola sembra aver perso le fondamenta del suo compito istituzionale, quello di permettere l’oltrepassamento dei confini familiari senza il quale non si dà né conoscenza né comunità.
È urgente ripensare la scuola proprio a partire da questo spaesamento. Le insegnanti dei “più piccoli” (0-3 anni) sono state messe duramente alla prova dalla perdita: la loro pratica di cura, caratterizzata dal rapporto quotidiano e diretto con i corpi dei neonati è venuta meno. Jonas ha scelto di curarsi di questa assenza a partire dall’esperienza della psicoanalisi e di condividere con le insegnanti la condizione di precarietà propria dell'umano che, come un funambolo, costeggia la vertigine del vuoto. Il funambolismo come metafora della cura evoca l’equilibrismo di un fare con quel che resta e chiama ciascuno alla responsabilità del proprio esserci a tener vivi i corpi.
La comunità educante si è aperta all’invenzione, a nuove possibilità, nuovi modi di praticare la didattica in presenza tenendo conto che è richiesta una distanza. Il contrasto alla pandemia parte dalla cura. Si tratta di dedicare un tempo inesauribile alla cura del territorio e delle relazioni. Scuola, famiglie, medicina e politica sono sistemi complessi, accomunati dall’impegno etico verso una crescita umanizzante. Sarà grazie alla capacità di mantenere i loro confini porosi che potremo contrastare il rischio di una deriva della chiusura.
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