Elena Veri + Filippa Calafati | Curare l'inguaribile, imparare dalla pratica | Avere a che fare con la disabilità è avere a che fare con l’irreparabile. Chi vive questa esperienza, riparte ogni giorno dalla singolarità del soggetto e dall’irrimediabilità della differenza. Il trauma della pandemia appare in un contesto che ha già dimestichezza con la domanda cruciale: cosa fare della nostra impotenza? Vivere un legame individuale, sociale e professionale al fianco di una persona con disabilità, significa lavorare con la propria impotenza, lungo una strada che ad ogni momento rischia di confondersi con l'abuso, la suggestione, la ghettizzazione. Per gli operatori (psicoanalisti, insegnanti, educatori) il rischio inevitabile è quello di cadere nell’abitudine e nella frustrazione. È necessario quindi porsi delle domande scomode, per provare a capire l’insanabile e a realizzare in pratica uno spazio di creatività, sperimentando il piacere e il gusto di imparare dalla disabilità. Come vivere al fianco delle persone disabili? Come creare luoghi di scambio, tessere legami affettivi, risvegliare la creatività? Cosa fare della propria impotenza? Ha senso investire energie, tempo e denaro nella cura dell’irreparabile? Che valore hanno le loro vite? Ne parliamo con Elena Veri, psicologa, membro del consiglio di Jonas Italia, pratica la psicoanalisi ed è responsabile di Jonas Como, da anni lavora nelle scuole e nei contesti di disabilità psichica, e Filippa Calafati, filosofa e insegnante di sostegno dell’Istituto alberghiero Einstein Nebbia di Loreto e tra le anime della cooperativa “Lavoriamo insieme”, che nel tempo hanno sviluppato percorsi pratici e teorici attorno a questo tema, ancora mutato in tempo di virus, distanziamento, isolamento.
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