"Con Sergio Leone, che è stato il mio padrino artistico e primo produttore, eravamo d'accordo che il mio debutto dovesse essere un film a episodi. […] Bisognava trovare un comune denominatore che mettesse insieme questi caratteri colti dalla realtà e rivisti, corretti e deformati attraverso la mia lente d'ingrandimento". Sono passati più di quarant'anni dall'esordio di Carlo Verdone (Borotalco, Compagni di scuola, Si vive una volta sola) dietro alla macchina da presa e, da allora, il celebre regista, sceneggiatore e attore romano non ha mai smesso di indagare l'animo umano attraverso una comicità dalle sfumature amare, che si prende gioco degli stereotipi delle epoche che attraversa e si interroga sull'evolversi della quotidianità con "precisione sociologica". I suoi personaggi, oggetto di culto per intere generazioni di appassionati cinefili, sono ormai entrati nella memoria collettiva e, proprio a partire dal potere evocativo del ricordo, l'autore della recente autobiografia La carezza della memoria dialoga con Paola Saluzzi e si racconta al pubblico del Festival in un incontro che – ne siamo certi – sarà un sacco bello.