Sergio Pace, referente del Rettore per i servizi bibliotecari, bibliografici e museali, Politecnico di Torino, Francesco Chiodelli, Università di Torino, Alessandro Gabbianelli, Università di Roma Tre, e Giulia Testori, Commissione Europea, JRC Joint Research Centre, dialogano con Antonio di Campli, autore di:
La differenza amazzonica. Forme ed ecologie della coesistenza
Siracusa: Lettera Ventidue, 2021
Instabilità, temporalità, nomadismo, configurazione di una varietà di ‘zone di contatto’, sia spaziali che sociali, resistenza, ‘cannibalismo culturale', trasformazioni spaziali come ‘produzione di rovine’. Se analizziamo i caratteri dei principali processi socio-spaziali che caratterizzano l'Amazzonia contemporanea ci rendiamo conto che qui tutto ‘vacilla’. Il suolo, lo spazio, le economie, la vita dei soggetti e dei collettivi. L’Amazzonia è uno spazio definito attraverso una lotta continua tra saperi, desideri, economie, dove ogni trasformazione spaziale si accompagna ad una produzione di rovine. Le riflessioni presentate in questo testo provano a confrontarsi con tali condizioni provando a ‘tessere' un ragionamento sulle zone di contatto tra saperi, immaginari, pratiche di produzione spaziale. Obiettivo è ragionare attorno al tema della coesistenza fra differenze, mettendo in discussione classificazioni e cartografie tradizionali, così come la nitidezza degli strumenti e dei concetti che urbanisti e architetti utilizzano nelle pratiche di progetto e pianificazione.
Antonio di Campli è ricercatore in urbanistica presso il Politecnico di Torino.
Ha insegnato in varie scuole di architettura tra Italia, Svizzera, Colombia ed Ecuador. I suoi interessi di ricerca si trovano all'intersezione tra studi urbani, progettazione urbanistica e scienze sociali
e riguardano la questione della ‘coesistenza tra differenze’, del conflitto e interazione tra più ecologie, pratiche dell’abitare e di produzione spaziale.