Sergio Pace (Referente del Rettore per i Servizi Bibliotecari, Bibliografici e Museali, Politecnico di Torino), Valeria Chiadò Piat (Politecnico di Torino), Sara Remogna (Università di Torino) e Paolo Canova (TAXI1729) dialogano con l'autore Francesco Malaspina di:
Sette semplici lezioni di matematica, d’amore, morte, calcio, meringhe e geometria (Torino: Lindau, 2020)
La matematica non lascia indifferenti. Se ne può rimanere folgorati e innamorarsene follemente, oppure non sopportarla affatto, dichiarando, quasi come fosse un vanto, di non saperne nulla. È spesso considerata fredda e spietata e, nel migliore dei casi, viene vista come un male necessario per sviluppare una tecnologia o una teoria fisica e cercare di sondare, almeno superficialmente, gli immensi misteri della natura.
Tuttavia, chi si addentra nei suoi meandri, superando la noia dei primi stucchevoli esercizi, è concorde nell’affermare che la matematica è bellezza, poesia e fantasia. Possiamo dire che gli oggetti matematici non solo hanno a che fare con l’arte, ma sono essi stessi opere d’arte. Certamente si tratta di un’arte difficile da visualizzare e da cogliere.
In questo libro l'autore prova a raccontarne la limpida bellezza in sette semplici lezioni, attraverso metafore d’amore e morte, suggestioni calcistiche e meringhe sbriciolate tra insiemi infiniti, strutture algebriche, vettori, infinitesimi, funzioni, curve frattali, spazi geometrici e le loro svariate applicazioni.