Juan Carlos De Martin (Delegato del Rettore alla Cultura e alla Comunicazione, Politecnico di Torino), Sergio Pace (Referente del Rettore per i Servizi Bibliotecari, Bibliografici e Museali, Politecnico di Torino), Angela La Rotella (Dirigente Area Cultura e Comunicazione, Politecnico di Torino), Nicoletta Fiorio Plà (Responsabile Affari Istituzionali, Politecnico di Torino) e Paolo Valabrega (Politecnico di Torino)
in occasione della Giornata della Memoria 2022
dialogano con l'autrice Cinzia Gavello di:
Architetti e ingegneri di fronte alle leggi razziali. Il Politecnico di Torino e le politiche del regime fascista. 1938-1945 (Macerata: Quodlibet 2022)
Il Regio Decreto Legge del 5 settembre 1938 e il successivo Regio Decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 novembre dello stesso anno dichiarano espulsi dalle università italiane i docenti, i collaboratori, gli assistenti e tutto il personale amministrativo «di razza ebraica».
Così come avviene in altre sedi universitarie italiane, i Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista vengono imposti con tempestiva circolare anche al Politecnico di Torino. La dirigenza dell’ateneo non si dimostra ostile agli ordini che giungono dal Ministero dell’Educazione Nazionale: Giancarlo Vallauri, direttore dal 1935 al 1938, e il suo successore Aldo Bibolini, in carica fino al 1945, si rivelano diligenti portavoce delle direttive del regime, dando prova d’una «assoluta disciplina, materiale ed intellettuale».
Grazie a un’approfondita esplorazione di numerosi fondi archivistici e documentari, questo volume illustra gli effetti e le ripercussioni dell’applicazione delle leggi razziali al Politecnico di Torino.
La stretta connessione –sociale, culturale e politica– tra ambiente accademico, contesto professionale e Sindacato Fascista Architetti e Ingeneri ha lasciato tracce evidenti negli ingranaggi dell’ateneo torinese, rendendo vittime della persecuzione razziale docenti e assistenti, ma anche studenti e professionisti, delle cui vicende finora assai poco era noto. Attraverso l’analisi della documentazione ancora custodita negli archivi di quello che già negli anni trenta e quaranta è una delle eccellenze nella formazione universitaria italiana, è stato possibile ricostruire una densa prosopografia delle élites scientifiche locali, nazionali e internazionali, in un frangente storico di drammatica rilevanza.