Dado, veterinario divorziato, prende una sbandata per la disinibita Francesca, ma la ragazza convive con Andrea, ingegnere e lesbica volitiva. Dopo una fase di tempestosa rivalità, il veterinario e l'ingegnere diventano amici e poi - galeotta fu l'influenza - qualcosa di più. Tra le righe l'epilogo suggerisce un cordiale ménage à trois . Scritta con Carla Giulia Casalini e Ugo Chiti, prodotta dallo stesso regista/attore, è una commedia romantica che Nuti gira come un musical hollywoodiano con dolly a casaccio. Irrealistico con ostentazione (come la Milano che le luci di M. Calvesi trasformano in un set gigantesco), ha due punti deboli: il narcisismo sfrenato di Nuti con baffi e pizzetto, lupo che acquista il pelo ma non perde il vizio, e una sceneggiatura approssimativa con falsi allarmi (Aids), buchi narrativi, divagazioni inerti, soprassalti di surrealismo improvvisato, personaggi di contorno inesistenti. Peccato per F. Neri che ha classe e per A. de la Fontaine che esce di scena troppo presto.