C’è un paradosso che aleggia oggi sul mondo: una civiltà del tutto dipendente dal progresso scientifico e tecnologico, fino a farne una mitologia, e che nel contempo lo ignora e ne diffida, quasi lo demonizza. È un paradosso pericoloso per la stessa democrazia: come si fa a dipendere da qualcosa che si teme e non si comprende? Le sue radici storiche e culturali affondano nell’Algebra simbolica e nella meccanica, sono cresciute con la fisica e la logica matematica, ma il computer le ha rese irrevocabili. La scienza moderna non è un accidente filosofico o economico, ma una mutazione antropologica.
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