Davide Bigalli – Vita plurima di Sebastiano Re di Portogallo, La Storia in Piazza 2022
Il 4 agosto 1578 nella battaglia di alQasr elQebir, in Marocco, morivano Sebastiano I e grande parte della aristocrazia portoghese. La notizia arrivò a Lisbona con molti giorni di ritardo e venne taciuta per i gravi problemi ingenerati al regno. Quando venne divulgata fu immediatamente denegata. Si operò un processo di rimozione, che –fondandosi su un preteso mancato ritrovamento del cadavere del sovrano– immerse la vicenda luttuosa in un’atmosfera mitica: Sebastiano non era morto, ma viveva nascosto per un periodo di purificazione e penitenza, donde sarebbe ritornato per ricondurre il Portogallo alla antica gloria. Con un intreccio dei tempi storici, confluivano nella nuove speranze antichi temi leggendari della storia portoghese fin dalla fondazione del regno, ripresi da un messianismo di matrice ebraica, che si fondevano con le leggende celtiche del Re Pescatore, del Re Dormiente, di Merlino e di Artù. L’attesa del Re Nascosto da un lato favoriva il proliferare di impostori e dall’altro veniva costituendo un complesso leggendario dove la frustrazione della storia portoghese veniva individuando una ragione di riscatto: il sebastianismo. Il fenomeno doveva nutrire i sogni di indipendenza del regno lusitano dall’annessione alla Castiglia. Con António Vieira il mito si sgancia dalla aderenza alla figura di Sebastiano e diviene l’attesa del re del Quinto Impero, un regno messianico di matrice portoghese che dominerà il mondo e aprirà un’era di pace universale. Il sebastianismo come sogno di riscatto percorre tutta la storia del paese, nutrendo la resistenza antinapoleonica e trovando espressione nella letteratura lusitana: in Teixieira de Pascoaes, in Gomes Ferreira e soprattutto in Fernando Pessoa che ne farà uno dei motivi fondanti della sua lettura esoterica della storia del Portogallo, nel poema “Mensagem”. Ma il sebastianismo, inteso come rinascita morale del Portogallo, abita anche autori coma Natalia Correia, esponente della opposizione al salazarismo, registi, come Manoel de Oliviera e musicisti come Sérgio Godinho. Il sebastianismo si presenta anche in Brasile, nel folklore, ma anche alla radice di movimenti di insorgenza nel Nordeste e nell’esperienza dei “cangaçeiro Lampião”, ai primi del XX secolo. È alla base delle creazioni cinematografiche del cinema novo di Glauber Rocha.
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