www.urihi.orgA cura di giovanna Cossia e Marco De Poli.
Realizzato con il contributo di COE e IFAD.
Nel colorito mosaico etnico che constituisce la realtà indigena del Guatemala (oltre il 70 per cento della popolazione) le donne constituiscono il centro della vita economica e sociale, le eredi e le custodi delle tradizioni culturali.
Un incontro di donne indigene a Nebaj, sul tema delle diferenze tra uomo e donna, e tra donna indigena e donna "ladina" (cioè occidentalizzata), ci offre una prima introduzione alla difficile condizione femminile nel paese centro-americano. Ma è solo entrando nella casa di una di queste donne, ascoltando la storia della sua vita, che si rivela la drammatica dimensione di un problema storico: negli ultimi vent'anni il paese è stato sconvolto da una lunga violenza, che ha causato oltre 100.000 morti e ha colpito sopratutto la popolazione indigena.
Moltissimi uomini sono stati uccisi o sono scomparsi senza lasciare traccia per opera della polizia o dell'esercito, lasciando intere famiglie distrutte, bambini e ragazzi orfani; ma sopratutto vedove senza lacrime, che ci raccontano questi avvenimenti terribili con orgoglioso pudore ma senza rassegnazione, traendone anzi la forza per proseguire la propia lotta. Una lotta di cui è diventata il simbolo Rigoberta Menchù, prima indigena americana ad essere insignita nel 1992 del Premio Nobel per la Pace.
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