www.urihi.orgA cura di Marco Poli e Giulia Squadroni.
Realizzato in collaborazione con COOPI e WPF/PAM.
La maggior parte dei somali vivono nomadi, in sconfinate e torride distese semitedesertiche, al seguito di capre e camelli, in cerca di poveri pascoli e acqua.Le donne condividono questa vita estrema, ma la cultura islamica e le credenze tradizionali hanno costruito forti differenze tra la loro condizione e quella maschile, con gravi conseguenze sul loro corpo, già nascosto dall'abito tradizionale.All'età di otto/nove anni le bambine subiscono l'escissione, una mutilazione genitale che elimina le parti del corpo a cui è legata la sessualità. La vagina viene inoltre "cucita" (infibulazione), per preservarne la verginità fino al matrimonio, che malgrado tutto rappresenta la loro massima aspirazione, il pieno inserimento in una società, che peraltro prevede la poligamia e il repudio della moglie. E' nella maternità, quindi, che la donna somala trova il maggiore appagamento dell'esistenza; anche se i numerosi figli ne aumentano i già drammatici problemi.
Il documentario fa parte di un lavoro di indagine sulla condizione femminile nel mondo che ha prodotto finora la serie di documentari.
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