Luca Lo Basso - Il porto e i cantieri navali tra Medioevo ed Età Moderna, secondo incontro della rassegna “Il volto di Giano. Le metamorfosi di Genova delle origini all’età moderna” parte II. A cura dell’Associazione GenovApiedi, responsabili scientifici Giacomo Montanari e Antonio Musarra.
La città è un organismo vivo, un riflesso - più o meno fedele - del volto politico, economico, culturale della società che la abita. La città si plasma e si evolve, si abbandona e si esalta sull’onda dei fermenti degli uomini che la vivono: Genova nel corso del Cinquecento è stato tutto questo, e molto di più. Una serie di complessità uniche ne hanno determinato il ruolo di “città dei miracoli”, dove la trasformazione degli spazi urbani testimoniava -di volta in volta- i ruoli raggiunti in tempi straordinariamente rapidi da suoi singoli esponenti, prima, e dalla sua compatta aristocrazia dominante, poi.
Una metamorfosi che ha avuto origine con la grande impresa del palazzo di Andrea Doria dove l’architettura, la decorazione e lo spazio extraurbano della villa narravano, eloquentemente, le scelte politiche, il potere e la consapevolezza culturale del proprietario.
Un vero e proprio modello che permise alla classe dirigente di intraprendere la scelta di aprire la “strada nuova delli palazzi” e -dal 1576- l’istituzione dei rolli degli alloggiamenti pubblici della Repubblica di Genova.
A questa dimensione urbana facevano da sfondo le ville, che determinavano l’irradiarsi della città sul territorio e dialogavano, efficacemente, con il paesaggio e il porto.
Visita: palazzoducale.genova.it