Andrés Neuman è come un direttore d'orchestra, capace di dirigere nei suoi scritti la più disparata banda di personaggi. La musica che ne scaturisce è tutt'altro che classica, è ipnotica e frutto di una sperimentazione letteraria e linguistica più simile al jazz o alla fusion (come in Anatomia sensibile). Originario di Buenos Aires e trasferitosi ancora giovane in Spagna, l'autore di Una volta l'Argentina e Frattura lavora da sempre sulla incursione nei generi nei quali, per sua stessa ammissione, "non crede molto": abituato a destreggiarsi tra il surreale, lo storico, il drammatico o il metaletterario Neuman si trova metaforicamente a visitare confini che diventano labili e sfumati, cancellando una supposta purezza da manuale di scrittura e trasformando così stilemi granitici in creta da modellare con le parole. Al Festival ritrova Lella Costa, con cui aveva avviato la conversazione nel 2013.
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