Chi è stato in campo in una finale Mondiale, finale di Champions, finale olimpica, in Real Madrid-Barcellona, Argentina-Inghilterra, Germania-Inghilterra, Inter-Juve, Milan-Juve, derby di Milano, derby di Roma, Torino, Genova? Nessuno. Anzi, uno sì. Il più bravo di tutti: Pierluigi Collina.
C'era lui quando Ronaldo il Fenomeno segnò tre gol a Old Trafford, o quando Ronaldinho incantò con un balletto la difesa del Chelsea, o quando l'Inghilterra segnò cinque gol in casa della Germania. È uno dei pochi ad aver fischiato un fallo da rigore commesso da Cristiano Ronaldo nel match inaugurale degli Europei 2004, Portogallo-Grecia. Collina è un personaggio a metà tra un film di Clint Eastwood e uno di Quentin Tarantino, un eroe solitario -perché l'arbitro è per forza un uomo solo- con una personalità debordante, sguardo magnetico, fisionomia da Avenger e in particolare un dettaglio inconfondibile -la calvizie- che negli anni è diventata un punto di forza e l'ha reso una celebrità di fama mondiale. Prima di imporre in tutto il mondo la sua proverbiale pelata che l'ha fatto finire sulla homepage del celebre sito pirata RojaDirecta e sulla copertina di Pro Evolution Soccer -primo e unico arbitro a riuscirci- Collina è un uomo che ha sofferto, è sceso a patti con la sua malattia e si è disegnato una traiettoria spaziale attraverso due stelle polari: lo sport e le regole. Un esempio di vita, un uomo che, come i più grandi calciatori e allenatori, ha aiutato il suo sport a migliorare.