Il maestro e Margherita (in russo: Мастер и Маргарита?, Master i Margarita) è un romanzo russo di Michail Bulgakov, scritto tra il 1928 e il 1940, durante il regime di Stalin. Fu pubblicato postumo solamente tra il 1966 e il 1967, in una versione censurata dai tagli dei redattori, su una rivista di Mosca, dalla vedova. Il manoscritto fu dato alle stampe nel 1967, a Parigi. Una versione clandestina, che includeva le parti rimosse dai censori ufficiali, uscì a Francoforte nel 1969. Da allora, il romanzo ha conosciuto moltissime traduzioni in tutto il mondo.
La storia concerne la visita del diavolo a Mosca, capitale dell'URSS, il primo stato al mondo dichiaratamente ateo. La trama è incentrata sulla storia d'amore tra uno scrittore e drammaturgo anonimo (definito il "Maestro") e Margherita Nikolaevna, sulle persecuzioni politiche inflitte a costui da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, e il suo riscatto. A queste vicende s'intrecciano parallele quelle del processo evangelico a Gesù e di Ponzio Pilato, che costituiscono l'oggetto di un romanzo scritto dallo stesso Maestro, il quale era giunto alla pazzia per il rifiuto della censura di Stato a pubblicarlo. Combinando elementi soprannaturali con quelli dell'umorismo nero, e la filosofia Cristiana, l'opera sfida le categorizzazioni di un singolo genere.
Molti critici considerano quest'opera, reputata unanimemente fin dal suo apparire uno dei massimi romanzi non solo della letteratura russa ma anche del XX secolo, dallo spiccato contenuto satirico, soprattutto nei confronti della opprimente, asfissiante realtà sovietica. Eugenio Montale definì il romanzo «un miracolo che ognuno deve salutare con commozione», mentre Veniamin Kaverin scrisse «per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale».